E’ Vittorio Conti il nuovo Presidente dell’Inps
Dopo dodici giorni di carica vacante, la Presidenza dell’Inps è stata affidata a Vittorio Conti. A comunicarlo è stato il Ministro del Lavoro, Enrico Giovannini: “abbiamo firmato il decreto di nomina del professor Vittorio Conti all’Inps. Ci resterà fino al prossimo 30 settembre”.
Il profilo di Conti è slegato dalla militanza politica. Stavolta il governo ha scelto una figura extra partitica, preferendo il neo presidente piuttosto dell’ex Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Tiziano Treu. Chi è Conti, quindi? Classe 1942, laureato alla Cattolica e specializzato ad Oxford, diventa professore universitario di Macroeconomia. Poi inizia a crescere nelle dirigenze delle banche: Banca Commerciale Italiana, Banca Intesa e Banca d’Italia. Nel 2006 il governo Prodi lo nomina commissario della Consob, la Commissione nazionale per le società e la Borsa, ed infine ottiene una serie di incarichi all’Esma, l’autority Ue per il controllo sui mercati. Ma da oggi l’incarico principe sarà quello di Presidente dell’Istituto Nazionale di Previdenza Sociale, dopo il ‘si’ ricevuto dall’esecutivo, oltre che delle parti sociali.
L’incarico è temporaneo, come ha sottolineato Giovannini: pochi mesi per riformare la governance dell’Istituto. Il mezzo per innovare l’Inps è quello di costituire un cda più snello e dare più spazio di controllo per il Civ. Solo dopo si potrà nominare un Presidente non ‘pro tempore’, bensì stabile.
La situazione che eredita Conti, di certo, non è delle più semplici: solo pochi giorni fa il centro studi dell’Istituto di Previdenza ha esposto i dati sul suo bilancio: un passivo di 26 miliardi, derivanti specialmente dalla fusione a fine 2011 con l’Inpdap, è la situazione attuale in cui versa l’istituzione lasciata da Mastrapasqua.
Giuliano Cazzola, esperto di previdenza, ha giudicato positivamente “la nomina di Vittorio Conti come commissario straordinario del SuperInps”. Inoltre, sottolinea Cazzola, la sua elezione “ha un significato preciso. La fabbrica delle pensioni degli italiani, nei fatti, entra nella zona di influenza della Banca d’Italia, una delle poche istituzioni ancora affidabili”.
Daniele Errera