Lo slogan più famoso d’inizio secolo, “Yes we can”, potrebbe tradursi presto in cambiamento nella città di New York, con qualche anno di ritardo rispetto alla prima elezione a Washington del presidente Obama, portavoce della ripresa americana in piena crisi economica. Infatti, il neosindaco Bill De Blasio ha deciso di portare all’attenzione del Consiglio comunale una serie di proposte di rottura e sviluppo, se paragonate all’attuale stallo politico presente al Congresso ormai da molti mesi.
Eletto a novembre con una maggioranza schiacciante grazie ai voti delle minoranze e delle classi medio-basse, De Blasio aveva promesso di rivolgere le sue attenzioni ai disagiati e ai bisognosi. Per questa ragione, durante la campagna elettorale, il politico italoamericano si era inimicato molte lobby di settore e i vertici di Wall Street, ai quali non andava giù il suo messaggio “Progress” su sfondo rosso, colore che ricorda a loro e ai più il socialismo sovietico illiberale. Oggi, però, i nemici sono altri, a partire dai Repubblicani contrari alla proposta d’aumento del salario minimo (assieme al governatore dello Stato di New York Andrew Cuomo, democratico) e alla regolarizzazione de facto degli immigrati clandestini.
Ma il sindaco ha comunque fatto il suo passo in avanti, avanzando una proposta che farà infuriare l’opposizione in Consiglio: De Blasio vuole consegnare, entro l’anno, i primi documenti d’identità agli immigrati clandestini che ne facciano espressa richiesta. Ciò consentirebbe loro di usufruire delle cure sanitarie, di aprire un conto in banca, d’incassare un assegno e sottoscrivere un contratto di affitto. Si tratterebbe di un primo passo decisivo verso la decriminalizzazione parziale del reato di clandestinità (De Blasio preferisce il termine “senza documenti” al marchio – infamante – “clandestino”).
E le leggi federali permettono ai sindaci di rilasciare documenti autenticati agli immigrati, come già succede nella metropoli di San Francisco. Per contro, Washington non concede agli stati la possibilità di rilasciare l’agognata Green card, la carta che permette agli stranieri di poter cercare un impiego negli Stati Uniti.
Nonostante gli sforzi di Obama e la mediazione democratica con il GOP alla Camera dei Rappresentanti sull’approvazione di una legge che faciliti la concessione di permessi di soggiorno agli immigrati, il sindaco di New York non intende perdere altro tempo ancora: “Noi non possiamo aspettare i tempi lunghi di Washington. Se c’è uno stallo politico a livello federale, non è una scusa perché New York abdichi alle proprie responsabilità”.
Questa è soltanto la prima proposta ufficiale del nuovo Deal Blasio, che si fonda sull’interventismo economico e sociale dell’amministrazione comunale, finanziato con l’aumento delle tasse sui ceti più abbienti. Ma i rossi repubblicani hanno giurato che si metteranno di traverso, contraddistinti da un colore storico, di una tradizione che non riescono a comprendere.