Prodi: siamo in una gabbia di matti
Prodi: siamo in una gabbia di matti
L’ex premier Romano Prodi racconta, in colloquio con il Fatto Quotidiano, di fare “molta fatica a capire perché sia stata scritta quella lettera”, ovvero l’intervento di Massimo D’Alema, pubblicato ieri sul Corriere della Sera, in cui si ripercorrevano le vicende dell’autunno del 1998. Per il fondatore dell’Ulivo, riporta sempre il Fatto, “ormai siamo in una gabbia di matti e qualcuno ha buttato via la chiave. Ma non voglio andare oltre”.
Secondo Prodi, infatti, “quei giorni del 1998”, quando D’Alema gli successe alla guida del governo, “hanno una loro storia, ci sono dei fatti. E quelli restano”.
Prodi al Quirinale e la chiamata di D’Alema – Le strade di Prodi e D’Alema sono tornate ad incrociarsi in occasione dell’elezione del Presidente della Repubblica con la votazione che passerà alla storia per i 101 franchi tiratori. Della vicenda sono riportati alcuni estratti nell’ultimo libro “Ammazziamo il Gattopardo” di Alan Friedman. L’autore riporta le parole di Prodi sui retroscena della sua bocciatura in Parlamento alla carica di presidente della Repubblica. Friedman scrive così: “Poi viene la telefonata con Massimo D’Alema, Prodi la ricorda senza esitazioni: “D’Alema mi esprime invece una forte e chiara perplessità. Come sempre accade in questi casi, non viene mai sollevato un problema di merito ma di metodo. Mi dice infatti che le candidature per ruoli così importanti vanno ‘preparate’ e vanno discusse. Capisco perfettamente la cosa. Telefono a Flavia e le dico che può essere del tutto tranquilla, che non avrò i voti”.
Giuseppe Spadaro