Sondaggio Ixè per Agorà: parità tra le coalizioni, al voto il prima possibile
Come ogni Venerdì Agorà ha diffuso il sondaggio Ixè tramite il direttore dell’istituto Roberto Weber, che oltre a mostrare le intenzioni di voto degli Italiani si occupa anche del periodo in cui vorrebbero votare, in un momento particolarmente incerto per la legislatura iniziata solo un anno fa. Il Governo Letta sembra infatti aver stufato una buona parte di Italiani, con il 46% che esprime il desiderio di votare il prima possibile , mentre un altro 15% vorrebbe votare in quello che sembra essere il primo periodo disponibile, ovvero ad Ottobre 2014. È ormai esclusa infatti la possibilità di votare a Maggio insieme alle Europee, essendo necessaria una riforma del Senato che renda interamente efficace l’ancora non definitivo Italicum. Un Italiano su quattro vorrebbe invece votare a fine legislatura, nel 2018, mentre il 12% voterebbe nel 2015 ed il 2% non sa rispondere.
Se si votasse oggi però, non molto cambierebbe dalla scorsa settimana, con le coalizioni di centrodestra e centrosinistra praticamente alla pari (le separa solo lo 0,6%) tra il 35 ed il 36% ed il Movimento 5 Stelle che insegue al 22,4%. PD, M5S e Forza Italia perdono pochi decimi di punto ottenendo rispettivamente il 30,5%, 22,4% e 21,6%, mentre il Nuovo Centrodestra guida i partiti minori con il 3,7% (+0,3%). Appena più in basso, Lega Nord ottiene il 3,5%, Sel il 2,9% (entrambi in leggerissimo calo), Fratelli d’Italia è al 2,5% (+0,2%) e UDC al 2,4% (-0,2%).
Ormai rimasto come unico partito a rappresentare il Centro Italiano dopo il ritorno dell’Udc al Centrodestra, Scelta Civica guadagna lo 0,4% e ottiene l’1,5%, mentre tutti gli altri partiti minori si attestano tra l’1,1% e lo 0,6% e rimangono sostanzialmente stabili rispetto al risultato ottenuto nelle intenzioni di voto di sette giorni fa.
In leggera flessione anche il partito del non voto, che settimana scorsa aveva toccato la quota record del 45%: oggi quasi il 20% degli intervistati da Ixè è indeciso sul partito da votare, mentre chi non voterebbe alcun partito, ma si asterrebbe o consegnerebbe una scheda bianca rappresenta il 24,3%. Nel complesso, il partito del non voto scende quindi, anche se di pochi decimali, al 44,2%.