L’all in al buio di Renzi e il regalo a Grillo e Berlusconi
E così è deciso: dopo il governo Monti e il governo Letta si va, con Renzi, verso un nuovo governo calato dall’alto dal Presidente Napolitano, soprannominato ‘Re Giorgio’ dal web in rivolta dopo gli sviluppi di Palazzo Chigi.
L’ultimo governo democraticamente eletto e votato risale al 2008, quando Berlusconi vinse trionfando, fino a quando non fu abbattuto dallo spread e sostituito da Monti, sostituzione che in questo momento ha un lato sinistro dopo le rivelazioni del libro di Friedmann. Dal 2011, anno di Monti, la politica italiana sembra essere diventata, contemporaneamente, una soap opera (di quelle scadenti, tra l’altro) e una perenne grande coalizione, in memoria dei vecchi tempi della Democrazia Cristiana, vecchia madre di molti degli esponenti dei due maggiori partiti nazionali, PD e FI.
Incredibile. Strano. Assurdo. Queste le parole che più si leggono sul web, fonte incessante di opinioni sulle vicende politiche nazionali e non. Incredibile perchè è davvero inconcepibile e inimmaginabile che un partito sfiduci il proprio premier per piazzarne uno nuovo. Strano, perchè le consuetudini e la storia consegnano a Napolitano lo scettro di Presidente della Repubblica più influente e ingerente della storia repubblicana, con ben 3 premier incaricati dall’alto, nonostante e aggirando le elezioni. Assurdo, per molti renziani, le scelte di Matteo Renzi, per molti caduto in un tranello che potrebbe distruggerlo prima mediaticamente e poi politicamente.
Quel che più non è chiaro è la ratio della decisione del segretario del PD. Renzi ha chiesto un’accelerazione, con Letta che ha più volte aperto la porta, aspettando per un mese intero le proposte del segretario per il patto di governo, come lui stesso ha dichiarato, prima di presentare il patto in modo autonomo, ‘Impegno 2014′, condannato ad essere carta straccia nella scrivania che libererà questo pomeriggio. E’ difficile capire la scelta di Renzi: perchè ha fatto questo, perchè non aveva influenza in parlamento, forse? Se così fosse, a meno che la costituzione non sia cambiata questa mattina, l’Italia è una repubblica parlamentare e anche con la nomina di Renzi premier, i parlamentari rimarranno gli stessi, confermando la ‘presunta’ bassa influenza di Renzi.
Quello di Renzi, in questo momento, è quello che nel poker è chiamato ‘all-in‘, con Renzi che si gioca tutto. Ma forse non ha calcolato le carte degli avversari. Mediaticamente l’assunzione del potere con una decisione dall’alto è distruttiva, e a dimostrarlo sono i post sui social che parlano tutti di perdita di fiducia nei confronti di Renzi. Già, perchè Renzi, che da sempre porta con sé la potenziale forza del ‘fattore novità’ sta per bruciare tutto per un governo che ha bassi margini di manovra economica-finanziaria, e rischia di essere una fossa dei leoni dove i professionisti della politica sbraneranno il ‘suicida’ Matteo. Tra questi professionisti ci sono di sicuro Berlusconi e Grillo, i quali stanno già marciando, coi propri sodali, nel dichiarare questa manovra illegittima e immorale. Immorale sicuramente, visto che Renzi è già segretario del PD e sindaco di Firenze (ricandidato, tra l’altro), ma legittima vista la costituzione. Ma la legittimità serve a poco, mediaticamente ed elettoralmente, se passa il messaggio che si è preso il potere quasi con un colpo di stato (per usare parole forti che potrebbero essere usate presto da Grillo).
Di certo dai grillini starnazzanti, che già urlano ringraziando per la vittoria delle amministrative di Firenze, ai più silenziosi forzisti, sembra abbastanza lampante a tutti che Renzi stavolta ha commesso un brutto errore. L’errore, probabilmente, è stato fatto già dall’invito del segretario a Berlusconi nella sede del PD, continuando per le trattative per un’improponibile legge elettorale e dalla riesumazione di un Berlusconi incandidabile e delegittimato in ogni sua azione dalla condanna. L’errore è stato dare la possibilità ai grillini di starnazzare al ‘complotto pluto-giudaico-massonico’ contro il Presidente della Repubblica, che non è riuscito a ben consigliare il giovane toscano.
No Matteo, stavolta hai sbagliato. La fretta e la troppa ambizione sono il peggior nemico del successo e dell’efficienza politica e amministrativa, e tu hai bruciato le tappe mostrando l’inesperienza che molti ti additavano.
No, Matteo, tu non sei il mio presidente e non ti voto.
Francesco Di Matteo