Civati all’attacco delle larghe intese.
Che a Pippo Civati le larghe intese non siano mai piaciute era noto. Eccome se lo era. Di fatto non si nascose quando, nelle primavera del 2013, votò contro la fiducia al Governo Letta, reo di essersi formato da una grande coalizione comprendente gli avversari del Pdl e di Scelta Civica.
Stamane sul suo blog, ciwati.it, ha pubblicato un post già provocatorio dal titolo: “Quasi quasi fondo il Nuovo Centro Sinistra”. La polemica è già in atto, nonostante le voci che circolavano ieri sull’idea di affidare un Ministero all’ex candidato alla segreteria democratica. Il post comincia provocatoriamente: “recupero una dozzina di senatori. Poi vado da Renzi e gli dico il contrario di quello che propongono Formigoni e Sacconi, oggi sui giornali. Nuovo Centro Destra contro Nuovo Centro Sinistra (anche Sinistra e basta, che il Centro è dappertutto)”.
E quello che prospetta Civati, il programma anti-Formigoni/Sacconi, sono i “matrimoni egualitari, stop agli F-35, stop al consumo di suolo (magari anche NoTav), reddito minimo, progressività fiscale, conflitto d’interessi, ius soli, legalizzazione delle droghe leggere”. Insomma, le riforme che la sinistra del paese chiede da tempo. E che Civati sembra sottoscrivere pienamente.
Il democratico di Monza poi ritorna a parlare delle larghe intese. Non le vuole, non le capisce: “mi spiegate perché ci siamo detti ufficialmente contrari alle larghe intese (era ora) e per tutta risposta ne facciamo delle altre, che sono solo più lunghe delle precedenti? Mi spiegate perché, davvero, stiamo facendo un altro governo con questi signori, preoccupati solo di non discutere di unioni civili e di ius soli?”. L’ex consigliere regionale lombardo ritiene forse esser meglio il ritorno alle urne: “perché stiamo facendo un altro governo che non solo non ha il mandato degli elettori ma non rappresenta nemmeno il 50% dei suffragi dello scorso febbraio? Perché stiamo facendo un altro governo frutto di un ribaltamento della linea, poi di una scissione, poi di un ribaltone e infine di una staffetta ‘sul posto’? Perché stiamo facendo un altro governo dopo avere escluso di farlo, preoccupati soltanto di fare una velocissima legge elettorale di cui ora tutti dicono che non è poi così veloce, che bisogna completarla con le riforme e che poi non siamo mica sicuri che passa, dopo aver giurato che passava nel giro di due settimane e che era una mossa geniale perché tutti avrebbero dovuto farla passare così senza fare una piega?”. Ed attacca Renzi per “aver celebrato il ritorno di Berlusconi”, piuttosto che sancire la sua definitiva uscita dalla politica italiana.
Civati non capisce l’attuale situazione del sistema politico (“me lo spiegate voi, perché io non ce la faccio?”). I ‘civatiani’ sono con lui, come si vede sui social network. Conclude chiedendo coerenza, “perché così è un po’ difficile, rimanere coerenti mentre tutti fanno giravolte e testacoda”. Per Renzi si prospetta una nuova patata bollente proveniente, stavolta, dall’interno del Pd: l’imprevedibilità di Civati e dei suoi.
Daniele Errera