Dal blog: Un bambino ammalato e sofferente chiede compagnia, affetto, tenerezza, ma mai la morte.
Pubblico e sottoscrivo una riflessione di Paolo Curtaz:
Oggi il parlamento belga ha approvato, a maggioranza schiacciante e a furor di popolo, una legge che permette l’eutanasia per i minorenni, cioè per i bambini. Basta che siano consapevoli della fine cui vanno incontro e che siano malati terminali. A spingere verso questa legge sedici pediatri valloni e fiamminghi hanno precedentemente pubblicato un dotto commento sui quotidiani Soir e Morgen in cui certificavano – manuali di medicina e psichiatria alla mano – che “in casi di morte prossima, i minori sviluppano velocemente un forte livello di maturità, fino a diventare spesso in grado di riflettere” (sic)!
Nel frattempo, leggo una volta arrivato a casa, il ministro della sanità olandese Edith Schippers ha informato il Parlamento e noi che, nel 2013, 42 olandesi che soffrivano di patologie psichiatriche non terminali sono stati messi a morte. Erano 14 nel 2012. Un aumento del trecentoventi per cento. Ribadisco: non terminali. E, a partire da quest’anno, i medici potranno togliere la vita ai neonati nati con gravi malformazioni, circa trecento all’anno. L’idea dominante di alleviare la sofferenza a persone ammalate o disabili sta, di fatto, diventando un programma di selezione di razza. Un innominabile imbianchino austriaco starà sorridendo.
In Italia, ovviamente, si parla di Letta e di Renzi.
Tornando a casa, in auto, sento due commenti. Uno, molto dotto, di un docente di etica di non so quale università che plaude alla scelta di civiltà del Belgio.
L’altro, unica luce in questa tetrissima giornata, di una dottoressa di oncologia pediatrica che dice, irritata ogni oltre misura e ferita, che in vent’anni di professione non ha mai visto, e ribadisce mai, un bambino ammalato e sofferente chiedere la morte. Chiede compagnia, affetto, tenerezza, ma mai la morte.