I segreti di Osage County, Meryl Streep da Oscar
Si sa che le riunioni di famiglia riserbano sempre sorprese inaspettate, soprattutto poi se il pretesto per ritrovarsi è la scomparsa di uno dei componenti. E nella storia della famiglia Weston dell’Oklahoma, la riunione avviene proprio per questo: il signor Beverly Weston, anziano poeta ormai disincantato, decide di abbandonare la moglie malata di tumore alla bocca e da anni dipendente da pasticche stupefacenti. Facile, per chi apprendesse solo questo stralcio di trama, immaginare la famiglia che accorre in soccorso della povera e sola mamma malata. I buoni e i cattivi sarebbero così già identificati e il taglio del film più o meno definito.
Ma il garbuglio che sottosta al film di John Wells è palesato già dal titolo romanzesco: si tratta di segreti, che rimarranno subdoli e sotterranei, fino a quando, mano a mano, si sveleranno inevitabilmente. Perché Beverly se n’è andato? E dove? E poi c’è il controverso rapporto tra la madre e le tre figlie: una (sul set Julia Roberts) con l’indole innata di comandare, la preferita dal padre e in costante lotta con la madre; Ivy è invece quella “buona ma che nessuno considera” e poi c’è la libertina ma dolce Caren, con un fidanzato tutt’altro che affidabile.
La zia, il cognato, perfino la domestica indiana: nessuno scampa dall’aura misteriosa che avvolge l’intera pellicola e ci tiene col fiato sospeso. Questi ed altri sono i protagonisti della commedia (o sarebbe più adatto dire tragicommedia?) che scava nel profondo di tante personalità diverse costrette a convivere in un momento difficile. Ognuno tirerà fuori le proprie risorse e si mostrerà per quel che veramente è. Sotto le ali e la guida della mater familias Violet (Meryl Streep) che è tanto rigida quando debole e suscettibile ognuno tirerà fuori le proprie risorse e si mostrerà per quel che veramente è. Più volte ci chiederemo durante il film: è più vera Violet sotto l’effetto delle sue pasticche o tutti gli altri?
Ma la trama, i significati, perfino tutti gli altri personaggi avrebbero sicuramente perso stoffa senza la presenza sul cast di una spettacolare Meryl Streep. È il caso di dire che il film è retto quasi esclusivamente da lei, che arriva ad interpretazioni tanto commoventi quanto inquietanti, con una naturalezza mai così sublime. Riesce ad incarnare la malattia, la spietatezza, la pazzia e la disperazione al meglio immaginabile, ben convinta di ciò che a un certo punto dirà la figlia: “Grazie a Dio non prevediamo il futuro, altrimenti non ci alzeremmo dal letto!”.
Cecilia Lazzareschi