Termometro Finanziario: Il punto della settimana
Inauguriamo una nuova rubrica e a breve una nuova sezione del nostro sito con questo articolo a cura di Giovanni De Mizio
Settimana in modesto rialzo per le borse europee sulla scia di alcuni promettenti dati macroeconomici che hanno evidenziato la possibilità che il primo trimestre dell’anno potrebbe essere meno negativo di quanto prospettato in precedenza, mentre la spinta inflazionistica va scemando, il che potrebbe consigliare alle banche centrali di tagliare i tassi di interesse al fine di stimolare l’economia (la stessa Fed, che nella settimana appena trascorsa ha confermato le proprie decisioni sui tassi, non ha escluso il ricorso ad un terzo round di alleggerimento quantitativo). A questo vanno aggiunti le buone notizie provenienti dallo stato del debito sovrano: le trattative sul debito greco procedono, anche se il tempo per chiuderle ed arrivare al cosiddetto haircut (ovvero una riduzione del debito pubblico in accordo con gli enti che detengono i titoli di Stato greci) rischia di scadere a breve.
[ad]Della migliore situazione hanno beneficiato anche i rendimenti dei Paesi periferici: anche grazie all’iniezione di liquidità posta in essere dalla BCE, nelle prossime settimane l’Italia è riuscita a piazzare i propri bond semestrali a rendimenti molto meno impressionanti, sotto il 2%, con forte sollievo per le casse dello Stato. L’effetto dall’inizio dell’anno sulle casse dello Stato dovrebbe essere intorno ai 14 miliardi di risparmio sugli interessi, importo che potrebbe migliorare se proseguirà l’aumento della fiducia nei confronti dell’Italia testimoniato dal calo dello spread dei titoli italiani con il Bund tedesco decennale, tornato in area 400. Non mancano tuttavia le preoccupazioni, e a testimonianza di ciò si è assistito ad una nuova fiammata sulle materie prime, compreso l’oro, bene rifugio per eccellenza in attesa di un confermato recupero dell’economia mondiale.
Nel corso della settimana prossima avrà inizio il mese di febbraio, che dovrebbe segnare il punto di svolta o di rottura della crisi: molti Paesi dovranno rinnovare buona parte del proprio debito pubblico, mentre la Grecia dovrà rimborsarne una grossa fetta, e senza haircut e con le ancora limitate capacità di raccolta fiscale del governo, la possibilità che questo possa avvenire restano ancora limitate. Si aspetta che l’Eurogruppo affronterà la questione nel meeting di lunedì 30, insieme alle riforme del mercato del lavoro e del fisco.
Fra i dati che condizioneranno le prossime settimane, spicca il rilascio dei risultati dei sondaggi sui direttori degli acquisti delle imprese statunitensi ed europee, Italia inclusa, che martedì e mercoledì fornirà indicazioni sull’attività economica nel prossimo futuro. Altre indicazioni importanti giungeranno dai Paesi emergenti, che rilasceranno diversi dati sullo stato delle proprie economie (fra cui la produzione industriale in Brasile e Corea del Sud).
Fra giovedì e venerdì occhi puntati soprattutto sui dati del mercato del lavoro statunitense: giovedì verranno rilasciate le statistiche sulle nuove richieste di sussidi di disoccupazione (che secondo gli analisti dovrebbero attestarsi sulle 370mila unità, in calo rispetto alla settimana passata), mentre venerdì verrà comunicato il tasso di disoccupazione del mese di gennaio, che dovrebbe rimanere all’8,5%, stesso livello del mese precedente.