Governo Renzi, Civati avverte: “La fiducia non è scontata”
Ai più era parsa una battuta. “Fondo il Nuovo Centrosinistra” aveva detto appena ieri il dissidente dem Pippo Civati, parafrasando il Nuovo Centrodestra di alfaniana matrice. Ma a sole 24 ore di distanza, l’idea sembra meno tutt’altro che peregrina. O perlomeno, i civatiani, se non procedere ad una scissione del Pd, si dimostrano tutt’altro che disponibili a votare alla cieca la fiducia all’eventuale nuovo governo guidato dal segretario.
Felice Casson, ex magistrato e senatore vicino a Civati, mette in chiaro che non è automatico che i sei senatori vicini al deputato brianzolo voteranno la fiducia al nuovo esecutivo “se non ci ritroveremo su contenuti e ministri”.
“Vediamo che succede su ministri e contenuti – chiarisce Casson –. Se la strada è la stessa del governo Letta, con gli stessi contenuti e un basso profilo, il problema esiste, non è infondato. Ed è serio. Perché noi siamo all’opposto del centrodestra sui temi della giustizia, per esempio. E poi: sulla sicurezza sul lavoro, Sacconi la pensa all’opposto rispetto a noi”. Pippo Civati la mette così sul sito Affaritaliani.it: “Voglio capire che cosa fare. E’ chiaro che non votare la fiducia a questo governo vuol dire uscire dal Pd o qualcosa di molto simile”. E guarda al sogno di costruire “una nuova sinistra, un nuovo Ulivo. Pensavo che anche Renzi fosse d’accordo invece lui sta facendo un nuovo centro con Alfano”.
Pesano poi le indiscrezioni riguardanti un’intesa che il segretario starebbe costruendo con uno dei big di Forza Italia, Denis Verdini: “Lo scrivono parecchi giornali – attacca ancora Civati -. Renzi avrebbe sentito Verdini (dico Verdini) per poter ridimensionare Alfano con qualche senatore. Ecco, personalmente l’avrei già smentita di prima mattina”.
Indubbiamente, la spregiudicata operazione politica che ha portato alla sostituzione di Letta con lo stesso Renzi non è stata digerita da buona parte della base. Ed è per questo che molti renziani sono attivi sul territorio per spiegare l’azzardo che il leader si è preso. “Adesso è importante spiegare, parlare con la gente che vuole sapere, capire”, dice il deputato David Ermini che ieri ha dovuto spiegare e parlare in due assemblee fiorentine, in Val d’Arno e a Scandicci. “Alla fine, se spieghi, ci si ricompatta, si ritrova un po’ di serenità e soprattutto la voglia di rimboccarsi le maniche: ce la dobbiamo fare”.