Poca gente ai seggi e ancora meno sorprese: i renziani conquistano anche le segreterie regionali del Pd, la vecchia guardia del partito perde consensi e i civatiani raccolgono i segnali di malessere dell’elettorato di sinistra. Ieri il popolo dei democratici è stato chiamato a scegliere i segretari regionali ma ovunque si è registrata un’affluenza molto bassa.
Secondo i dati statistici dell’area Cuperlo, in Piemonte ha votato un elettore su quattro rispetto allo scorso 8 dicembre. Vince il renziano Davide Gariglio, che supera Pentenero (area Cuperlo) e Daniele Viotti (area Civati).
Anche nel Lazio poca gente ha scelto di votare: 48mila in tutto, di cui 12mila a Roma. La sfida era tra due sostenitori di Matteo Renzi: Lorenza Bonaccorsi, renziana della prima ora, e Fabio Melilli, che aveva alle sue spalle anche l’appoggio di Franceschini, Zingaretti e Cosentino. Ha vinto lui, Melilli, con circa il 60 per cento delle preferenze. Staccato il civatiano Marco Guglielmo. Due renziane si contendevano la poltrona anche in Molise: si è imposta Micaela Fanelli, che ha superato Laura Venitelli
In Liguria hanno votato 20mila persone rispetto alle 81mila delle primarie precedenti. Sarà ballottaggio tra Alessandro Cavarra e Giovanni Lunardon: nessuno dei candidati ha superato il 50 per cento dei voti. Toccherà all’assemblea regionale di sabato prossimo scegliere il nuovo segretario: sulla carta, maggiori chance le ha Lunardon.
Tutto rinviato anche Alto Adige, dove lo scontro è tra Luisa Gnecchi, capogruppo democratico in Commissione Lavoro, il renziano Mauro Randi, assessore del comune di Bolzano e Liliana di Fede, sindaco di Laives, che ha comunque raccolto più voti dei concorrenti.
In Lombardia vince Alessandro Alfieri, renziano sostenuto anche dall’ala dei bersaniani, che con il 57 per cento delle preferenze batte Diana De Marchi, consigliera provinciale di area Civati, la quale ottiene un sorprendente 42,8. Hanno votato appena 24mila persone.
Nelle Marche la spunta Francesco Comi (AreaDem), che raccoglie il 77 per cento delle preferenze e supera Gianluca Fioretti (area Civati). Anche nelle Marche poca gente ai gazebo e ai circoli: appena 12mila. Un renziano guiderà invece il partito in Umbria: è Giacomo Leonelli, che vince con il 67 per cento dei consensi. Sconfitti il cuperliani Stefano Fancelli e il civatiano Juri Cerasini.
In Campania hanno votato circa 100mila persone: vince la renziana Assunta Tartaglione con il 58,5 per cento delle preferenze. Il lettiano Guglielmo Vaccaro si è fermato al 28 per cento circa. Terzo Michele Grimaldi al 13,7. Non è mancata una coda di polemiche: Vaccaro ha occupato la sede del Pd a Salerno per denunciare brogli.
Incertezze in Calabria, dove Ernesto Magorno avrebbe superato il 50 per cento dei consensi. Massimo Canale contesta però il risultato, parlando di ballottaggio. Il destino della segreteria del Pd calabrese, dopo quattro anni di commissariamento, si deciderà scheda su scheda.
Nessun dubbio invece in Sicilia, dove Fausto Raciti (renziano appoggiato praticamente da tutti: dai cuperliani ai giovani turchi) vince con il 61,2 per cento dei voti e batte Giuseppe Lupo (AreaDem: 33,2 per cento) e Antonella Monastra (area Civati: 5,4 per cento). Sull’isola hanno votato in 73mila.
Più semplice la situazione in altre regioni. In Puglia Michele Emiliano era l’unico candidato ed è stato eletto dal congresso. In Friuli Venezia Giulia è stata proclamata segretario Antonella Grim. In Veneto tocca a Roger De Menech, 40 anni, bellunese. Dario Parrini è invece il nuovo segretario regionale del Pd in Toscana.
Antonio Scafati