Fitch: con Renzi non cambia nulla

Pubblicato il 18 Febbraio 2014 alle 15:07 Autore: Emanuele Vena

Nessun salto di gioia per Fitch, che non riscontra possibili effetti positivi a seguito dell’avvicendamento tra Letta e Renzi. Secondo l’agenzia internazionale di rating, il cambio di governo e di leader non è garanzia automatica di un miglioramento della situazione economica italiana, a causa dei problemi strutturali “che ne frenano crescita e competitività”.

Per Fitch l’avvicendamento Letta-Renzi conferma invece la “volatilità della politica italiana”, con Renzi “quarto premier dal novembre 2011”. D’altronde le cifre non ammettono repliche: il governo Letta dimissionario è stato il sessantaduesimo esecutivo in poco meno di sessantotto anni di Repubblica Italiana, con una durata media di circa 13 mesi.

L’agenzia di rating lega l’incertezza sulla durata dei governi “alla loro capacità di affrontare riforme strutturali e processi di consolidamento fiscale senza intaccare le regole di bilancio italiane ed europee”, confermando l’outlook negativo sull’Italia ed un rating “BBB+” e contrapponendosi alla tiepida promozione operata invece dall’agenzia Moody’s, che non più tardi di venerdì scorso aveva portato l’outlook dell’Italia da “negativo” a “stabile”, pur confermando il rating “Baa2”.

Gelido anche il giudizio sulla bozza di Legge Finanziaria 2014, la quale riflette “contrattazioni politiche e dispute interne ai principali partiti”. Sul versante debito pubblico, Fitch conferma che il rapporto debito/pil dell’Italia toccherà nel corso dell’anno il nuovo massimo di 130%, con scarse o nulle possibilità che possa scendere sotto il 120% prima del 2018. Ciò, secondo l’agenzia di rating, lascerebbe al governo “uno spazio di manovra fiscale molto limitato”.

Maggiore ottimismo invece a proposito della possibilità di una nuova legge elettorale, purchè sia il tramite per “uno scenario politico più stabile”.




L'autore: Emanuele Vena

Lucano, classe ’84, laureato in Relazioni Internazionali presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Bologna e specializzato in Politica Internazionale e Diplomazia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università di Padova. Appassionato di storia, politica e giornalismo, trascorre il tempo libero percuotendo amabilmente la sua batteria. Collabora con il Termometro Politico dal 2013. Durante il 2015 è stato anche redattore di politica estera presso IBTimes Italia. Su Twitter è @EmanueleVena
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