Pop star eccentriche e stravaganti come Lady Gaga mancavano dai tempi i cui debuttò Madonna: abiti e accessori esagerati, concerti spettacolari e continue provocazioni alle autorità. Di qui critiche e disappunto, sdegno e stupore, ma fatto sta che dal momento in cui è entrata in scena, la ventisettene ha fatto parlare solo di sé.
E come tutte le icone che si rispettino, è successo anche per lei che gli artisti premessero per rappresentarla nei modi più svariati. La proposta più illustre per lei è stata sicuramente quella di Robert Wilson, artista plurisettantenne ormai affermato nel campo della raffigurazione, che ha avuto un’idea spettacolare: realizzare un video in cui Lady Germanotta diventasse soggetto della celebre “Morte di Marat”, capolavoro di Jacques-Luis David. Da qui una mostra al museo del Louvre proprio in questi giorni, a pochi metri dalla sala della Gioconda, che ha visto prendere forma la creatività di Wilson.
Nessun rimando ideologico dichiarato dall’artista americano, per un quadro che sicuramente era investito di un forte senso allegorico, in quanto celebrazione del grande eroe laico martire per la Rivoluzione francese. Oltre a Gaga-Marat, sono ospitati anche alcuni Gaga portraits, fra cui una Mademoiselle Caroline Rivière, realizzata da Dominique Ingres nel 1806; alcuni schermi con diverse interpretazioni di Salomé con la testa di San Giovanni Battista, dipinto da Andrea Solario nel 1507; mentre nella sala Chappelle la giovane donna è ripresa mentre, appesa a testa in giù con mani e piedi legate, gira su se stessa. Il progetto fa parte del più ampio “Living Rooms”, una raccolta degli oggetti più semplici cari all’artista americano, oggetti che « hanno influenzato molto il suo lavoro».
Quindi fare della scoppiettante cantante il soggetto delle sue riproduzioni artistiche e porle all’interno di questa idea più ampia, basata sugli oggetti quotidiani, implica che ci sia un’affinità tra le due cose. Forse si vuole semplicemente esprimere il fatto che qualsiasi soggetto, materiale o umano che sia, può diventare arte se sotto le mani giuste. Senza peraltro dimenticarsi mai della tradizione artistica, grazie alla quale i grandi temi dell’umano e della società hanno trovato voce e sono sopravvissuti fino ad oggi, per ripetersi e rinnovarsi di continuo.
A buon diritto dunque Lady Gaga, star assoluta dell’esposizione, è uscita in lacrime dal museo parigino dopo essersi vista nei panni dei celeberrimi soggetti sopracitati: si è vista come per la prima volta allo specchio ed ha riconosciuto se stessa, anche (e a maggior ragione) senza tacchi alti e trucco pesante.
Cecilia Lazzareschi