Ucraina sull’orlo della guerra civile
Ucraina: 14 morti e centinaia di feriti. Riprendono, con la violenza propria di una guerra civile, gli scontri tra manifestanti anti-governativi e forze dell’ordine, a Kiev.
Un martedì di rivolta porta con sé il bilancio di vite più tragico dall’inizio delle proteste: 14 i morti, 8 civili (tra manifestanti di opposizione e appartenenti a partiti di governo) e 6 appartenenti alle forze dell’ordine, almeno 150 i feriti tra i manifestanti, una quarantina tra i poliziotti, oltre a 15 giornalisti (alcuni di Associated Press e Reuters).
Gli scontri sono cominciati nella mattinata: in piazza Maidan, il cuore delle proteste, si è diffusa la voce che, Putin, stesse per inviare, al governo di Yanukovich, una sostanziosa cifra per colmare in parte i debiti ucraini, a patto di riportare l’ordine nel paese e far cessare, una volta per tutte, le manifestazioni anti-governative, a causa della loro connotazione anti-russa.
I manifestanti a quel punto si sono diretti verso il Parlamento, dove si stava discutendo una legge promossa dall’opposizione, che avrebbe dovuto limitare i poteri del Presidente: una volta che la Polizia ha impedito ai manifestanti di avvicinarsi ai palazzi del potere, sono cominciati gli scontri, che poi si sono propagati in tutto il centro della capitale ucraina.
Via Istitutska e Via Shovkovichna, proprio davanti al Parlamento, sono state il teatro della battaglia, altri scontri si sono registrati nel Parco Marinski e in via Grushevski – si fronteggiavano, da una parte, la Berkut, le forze speciali, con cannoni ad acqua e fucili a proiettili di gomma, dall’altra i manifestanti con spranghe, molotov e pietre, alcuni erano armati secondo il ministero degli Interni – sempre stamane un folto gruppo di manifestanti ha attaccato la sede del partito di Yankovich, in via Lipska, nell’assedio un dirigente del Partito delle Regioni ha perso la vita.
Nel pomeriggio i manifestanti, invece, hanno rioccupato il Comune, abbandonato due giorni fa come segno di distensione. In seguito la polizia ha intimato di lasciare Piazza Maidan entro le 18, ora italiana, dopo aver aspettato due ore in più, le forze dell’ordine hanno attaccato il “fortino” delle proteste, facendosi largo a manganellate, lanci di pietre e mattoni e cannoni ad acqua.
Dalle ferite mortali riscontrate sui cadaveri sia dei manifestanti, sia dei poliziotti si sospetta che da entrambe le parti si sia sparato più di un colpo d’arma da fuoco. Adesso – mentre Kiev “letteralmente” brucia, ancora illuminata a giorno dagli incendi di oggi – l’opposizione chiede che vengano al più presto indette nuove elezioni. Ma Yanukovich non sembra voler mollare la presa sul paese: può sempre contare sull’appoggio di Putin che ha accusato l’Occidente di fomentare la rivolta e di nascondere i crimini dei facinorosi più pericolosi. Sconcerto è stato espresso dall’ONU, dalla Comunità Europea, dagli USA: la Cancelliera Merkel sta valutando con attenzione, finora l’eventualità era stata esclusa, di punire l’Ucraina con delle sanzioni.
Guglielmo Sano