Il Senato ha approvato, con 147 sì e in seconda lettura, il decreto-legge cosiddetto “svuota carceri”. Decreto che, poiché già approvato dalla Camera, diviene ufficialmente legge dello Stato.
Molteplici gli aspetti disciplinati dalla nuova disciplina: più diritti per i detenuti e misure per sfoltire le carceri come l’ampliamento dell’affidamento in prova o uno ‘sconto di pena’ ulteriore, boss esclusi, ai più meritevoli sono le principali nuove norme sulle carceri previste. Fra le quali spiccano anche il reato autonomo di piccolo spaccio e gli incentivi all’uso dei braccialetti elettronici e all’espulsione degli stranieri che si trovano in carcere.
Per cominciare, quindi, la legge punta molto sul potenziamento degli strumenti di controllo elettronici, a cominciare dai braccialetti, che diventeranno la regola e verranno prescritti per tutti i detenuti agli arresti domiciliari. Strettamente connessa a questa misura vi è poi la disposizione che consente di scontare presso il domicilio la pena detentiva (anche se parte residua) non superiore a 18 mesi, restando ferme le esclusioni già previste per i delitti gravi o per altre particolari circostanze.
Altra misura importante è l’ampliamento della misura dell’espulsione degli stranieri in sostituzione della detenzione nelle carceri italiane: non solo vi rientra (come è oggi) lo straniero che debba scontare 2 anni di pena, ma anche chi è condannato per un delitto previsto dal testo unico sull’immigrazione purché la pena prevista non sia superiore nel massimo a 2 anni e chi è condannato per rapina o estorsione aggravate.
Degna di nota anche l’istituzione del Garante nazionale dei diritti dei detenuti, costituito da un collegio di tre membri, scelti tra esperti indipendenti, che resteranno in carica per 5 anni non prorogabili. Compito del garante nazionale è vigilare sul rispetto dei diritti umani nelle carceri e nei Cie. Può liberamente accedere in qualunque struttura, chiedere informazioni e documenti, formulare specifiche raccomandazioni all’amministrazione penitenziaria. Ogni anno il garante trasmette al parlamento una relazione sull’attività svolta. Affievolite, infine, le pene chi è colto a spacciare piccole quantità di stupefacenti: niente più bilanciamento delle circostanze, con il rischio (come è oggi) che l’equivalenza con le aggravanti come la recidiva porti a pene sproporzionate.