Religioni ed etnie: buoni pretesti per le guerre

Pubblicato il 21 Febbraio 2014 alle 15:38 Autore: Raffaele Masto

Sul sito del Il Giornale, Fausto Biloslavo pubblica, il 17 febbraio, un articolo dal titolo “Nigeria, che vergogna il silenzio sulla carneficina di cristiani”. Si tratta di una sorta di editoriale con il quale l’inviato de Il Giornale si indigna per il silenzio internazionale (e italiano) per una strage che definisce mirata a colpire i cristiani colpevoli solo di voler professare la propria fede. Ciò che scrive Biloslavo è tutto vero: negli ultimi giorni nello stato di Borno sono state attaccate chiese e i morti ammontano ad un centinaio. In poco più di un anno le vittime sono quasi ottocento.

Nel nord della Nigeria, abitato da una maggioranza di popolazione islamica e una minoranza importante di cristiani, da anni è in corso una sorta di guerra civile. Il gruppo protagonista di questo scontro è una formazione surreale dal nome significativo: Boko Haram, cioè, letteralmente, “l’educazione occidentale è peccaminosa”, e dall’armamentario ideologico agghiacciante: non credono alla sfericità della terra perché non è scritta nel Corano, respingono i farmaci (compresi i vaccini) come un prodotto degli infedeli occidentali, vogliono applicare una rigorosa legge coranica con tanto di amputazioni e lapidazioni.

Insomma Boko Haram non ha un seguito nemmeno tra la popolazione di religione musulmana del nord della Nigeria. Questo gruppo fino a qualche anno fa era una formazione di fanatici, isolata, che combatteva con bastoni e machete. Oggi ha una notevole capacità logistica, possiede combattenti esperti e armi automatiche, può gestire e trasportare con competenza notevoli quantità di esplosivo. Come ha ottenuto tutto questo? Chi ha interesse ad una guerra contro i cristiani in Nigeria?

religioni

Qui cominciano le mie divergenze con Biloslavo. Definire quella in corso nel nord della Nigeria una strage contro i cristiani è una semplificazione che alimenta una guerra che è tutto meno che religiosa. E’, piuttosto, una guerra di interessi che trova conveniente usare l’arma della religione che, nel corso della storia, ha mostrato di essere più che collaudata per mantenere occulti interessi non confessabili e mobilitare e plagiare sentimenti ed emozioni del popolo.

La semplificazione religiosa è analoga a quella etnica. Si tratta di armi che quando vengono lanciate si comportano come quelle nucleari o chimiche, cioè uccidono grandi quantità di persone in tempi brevi e hanno una aggravante: sono meno disinnescabili di altre, uccidono anche a guerra finita. Se si vuole fare buona informazione bisognerebbe raccontare e scovare chi usa la religione nel nord della Nigeria per portare avanti interessi che nulla hanno a che vedere con le fedi degli uomini.

In questo blog l’argomento è stato trattato più volte, lo semplifico anche qui: in questo grande paese c’è uno scontro storico tra il nord, quasi desertico, povero, abitato da popolazioni di religione musulmana, e il sud, ricco (petrolio), densamente abitato da popolazioni cristiane. Fino al duemila la Nigeria è stata governata da giunte militari espressione delle lobby politiche e commerciali del nord. Poi sono arrivate le elezioni e i presidenti cristiani (Obasanjo, Jonathan). Il Nord sente sfuggirgli il vecchio potere e alcuni settori, evidentemente, usano tutte le armi (compresa la religione) per perderne il meno possibile.

Ecco perché in questi casi la semplificazione “cristiani buoni e vittime” e “musulmani cattivi e carnefici” finisce per alimentare la guerra e fare gli interessi di chi per primo ha innescato l’arma religiosa a danno di popolazioni che storicamente hanno saputo convivere.




L'autore: Raffaele Masto

Giornalista di Radio Popolare-Popolare Network. E' stato inviato in Medio Oriente, in America Latina ma soprattutto in Africa dove ha seguito le crisi politiche e i conflitti degli ultimi 25 anni. Per Sperling e Kupfer ha scritto "In Africa", "L'Africa del Tesoro". Sempre per Sperling e Kupfer ha scritto "Io Safiya" la storia di una donna nigeriana condannata alla lapidazione per adulterio. Questo libro è stato tradotto in sedici paesi. L'ultimo suo libro è uscito per per Mondadori: "Buongiorno Africa" (2011). E' inoltre autore del blog Buongiornoafrica.it
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