Ennesimo rinvio per il processo ai due marò, Massimiliano La Torre e Salvatore Girone. Ma la questione sembra ad una svolta: infatti il governo Indiano avrebbe rinunciato a processare i due fucilieri in base alla Sua Act, abbandonando la possibilità di pena di morte.
La Sua Act, legge anti pirateria, non sarà utilizzata nei confronti di La Torre e Girone, che da due anni attendono mutamenti della loro situazione di detenuti dallo stato indiano. A dare notizia di questo il Times of India, secondo il quale il governo di Nuova Delhi, attraverso il Ministro della Giustizia, avrebbe chiesto alla Corte Suprema dell’ex vice regno d’Inghilterra di rinunciare alla legge anti terrorismo. Il caso sarà comunque presentato dalla NIA, l’unità anti terrorismo indiana (National Investigation Agency).
Il Governo Italiano si oppone: non si può chiedere di presentare il caso alla NIA senza l’accusa di terrorismo (La Corte si pronuncerà in pochi giorni se permettere alla NIA di operare o meno). Intanto la Corte ha deciso di rinviare, per la ventisettesima volta, l’udienza a venerdì 7 marzo. Ed anche per preparare all’accusa ed alla difesa le posizioni alla luce della modifica.
“Una posizione debole”, ha commentato l’ex ambasciatore Sergio Romano, quella dell’Italia. Addirittura: “avrebbe avuto una posizione più forte se avesse rifiutato fin dall’inizio la giurisdizione dell’India”. Una prima difficile gatta da pelare quella per il nuovo Governo. Renzi, come primo atto dell’investitura da premier, ha contattato i due marò, ma la situazione è – per Romano – “in un vicolo cieco”.
Daniele Errera