Il 3 dicembre la Commissione europea ha presentato un Piano d’azione per la democrazia europea al fine di stabilire misure specifiche per promuovere elezioni libere ed eque, una forte partecipazione democratica, per sostenere media liberi e indipendenti e contrastare la disinformazione. Si tratta di misure da attuare durante il mandato dell’attuale Commissione a partire già dal 2021 con l’obiettivo di rafforzare le democrazie dell’UE.
Il contesto
Il Piano viene adottato alla luce di un ritrovato impegno politico popolare e di un incremento della partecipazione elettorale in tutta Europa. Tuttavia, le democrazie europee, secondo la Commissione, si ritrovano ad affrontare una serie di sfide come l’accentuarsi dell’estremismo e una percezione di distanza tra il cittadino e le istituzioni comunitarie e nazionali. La pandemia ha ulteriormente evidenziato come ci sia bisogno di agire per preservare e rafforzare la democrazia. Le misure di emergenza eccezionali adottate per affrontare la crisi sanitaria hanno inciso sul processo politico, e in alcuni casi hanno suscitato preoccupazioni quanto all’impatto sulla democrazia.
Le intromissioni dall’estero
Soggetti stranieri e alcuni Paesi terzi hanno svolto operazioni mirate volte a influenzare l’opinione pubblica e campagne di disinformazione sul COVID‑19 nell’UE, afferma la Commissione.
Il Piano d’azione viene quindi adottato insieme al nuovo meccanismo europeo per lo Stato di diritto (ne avevamo già parlato qui), alla nuova strategia per rafforzare l’applicazione della Carta dei diritti fondamentali di Nizza, al piano d’azione per i media e l’audiovisivo, al pacchetto di misure adottate per promuovere e tutelare l’uguaglianza in tutta l’UE. Sarà un elemento chiave del nuovo impulso per consentire alla democrazia europea di affrontare le sfide dell’era digitale. L’impegno a favore della democrazia è altresì integrato nell’azione esterna dell’UE e costituisce uno dei pilastri centrali delle sue relazioni con i Paesi del vicinato e quelli in via di adesione.
I contenuti del Piano d’azione
La Commissione attuerà gradualmente il Piano d’azione per la democrazia europea entro il 2023, un anno prima delle elezioni del Parlamento europeo. La Commissione rimarrà in costante dialogo con il Consiglio, il Parlamento europeo, nonché con l’ampia cerchia di attori nazionali, pubblici e privati, al fine di esaminare i progressi compiuti e valutare se siano necessarie ulteriori misure.
Il Piano è imperniato su tre pilastri principali: promuovere elezioni libere ed eque, rafforzare la libertà e il pluralismo dei mezzi d’informazione, lottare contro la disinformazione.
1- Promuovere elezioni libere ed eque
In questo ambito la Commissione intende proporre norme per garantire una maggiore trasparenza circa i contenuti sponsorizzati in un contesto politico (“messaggi pubblicitari di natura politica”), accompagnate da misure di sostegno e orientamenti per i partiti politici e gli Stati membri. La Commissione ntende portare avanti già dal 2021, una revisione del regolamento n. 1141/2014 relativo allo statuto e al finanziamento dei partiti politici europei e delle fondazioni politiche europee, al fine di avere regole più chiare ed intellegibili.
Si vuole anche rafforzare la cooperazione all’interno dell’UE per garantire elezioni libere e regolari. A tal fine si prevede l’istituzione di un nuovo meccanismo operativo congiunto attraverso la rete europea di cooperazione in materia elettorale a sostegno della mobilitazione di équipe congiunte di esperti e l’adozione di ulteriori misure pratiche volte a proteggere le infrastrutture elettorali dalle minacce, compresi gli attacchi informatici.
Il richiamo all’utilizzo dei fondi europei
Verrà inoltre incoraggiato l’utilizzo dei fondi strutturali europei per finanziare la società civile e rafforzare le capacità e le infrastrutture istituzionali/amministrative per la partecipazione civile e politica. La Commissione, infine, premerà sugli Stati membri (e i cittadini) affinché ricorrano ai finanziamenti e alle opportunità offerte dell’UE nel quadro della strategia dell’UE per la gioventù, dell’educazione civica, del programma “Europa creativa” e dell’agenda per le pari opportunità per favorire l’accesso alla partecipazione democratica e promuovere la fiducia nella democrazia.
2- Rafforzare la libertà e il pluralismo dei mezzi d’informazione
Per quanto riguarda questo secondo punto, la Commissione si concentra in particolar modo sulla necessità di migliorare la sicurezza on-line e la sicurezza fisica dei giornalisti, e di fornire sia ad essi che agli altri soggetti impegnati nella tutela dell’interesse pubblico strumenti contro l’abuso di contenzioso. Inoltre Bruxelles ritiene che, ai fini del rafforzamento del pluralismo dei media, sia fondamentale per i cittadini una maggiore trasparenza sugli assetti proprietari e di controllo dei mezzi d’informazione.
Per raggiungere questi obiettivi, la Commissione intende adottare nel 2021, una raccomandazione sulla sicurezza dei giornalisti, che tenga conto delle nuove minacce online che gravano in particolare sulle giornaliste donne. Per questo, sarà avviato un dialogo strutturato con gli Stati membri, tutte le parti interessate e le organizzazioni internazionali nel quadro del forum europeo dei mezzi di informazione.
Maggiore assistenza legale ai giornalisti
Verranno poi erogati finanziamenti sostenibili per progetti riguardanti l’assistenza giuridica e pratica ai giornalisti sia all’interno dell’UE che altrove. La Commissione prevede inoltre, entro il 2021, un’iniziativa volta a tutelare i giornalisti e la società civile dalle azioni bavaglio (Strategic lawsuits against public participation – SLAPP). Nell’ambito dei media, si intende sostenere la cooperazione tra consigli nazionali, organismi di autoregolamentazione, autorità indipendenti di regolamentazione e reti di giornalisti al fine di promuovere partenariati.
Si prevedono anche ulteriori misure a sostegno del pluralismo dei media, come l’avvio del progetto pilota dell’Osservatorio sulla proprietà dei mezzi di informazione, nuove linee guida sulla trasparenza della proprietà dei media, promozione di una distribuzione trasparente ed equa della pubblicità statale e sostegno alla diversità dei media.
3- Lottare contro la disinformazione
Prima di affrontare il punto, si rende necessario capire cosa intenda la Commissione per “disinformazione”: si intendono contenuti falsi o fuorvianti, condivisi sia senza intenzione fraudolenta che al fine di ingannare o ottenere un guadagno economico e che possono provocare danni pubblici. Vengono considerati disinformazione anche le ingerenze straniere nello spazio informativo (spesso parte di operazioni ibride più ampie), così come le operazioni volte a influenzare l’opinione pubblica attraverso l’impiego di mezzi ingannevoli.
Lotta alle fake news
Al fine di contrastare la disinformazione la Commissione intende sviluppare un pacchetto di strumenti contro le interferenze straniere. Tra queste è compresa l’introduzione della possibilità di imporre sanzioni finanziarie e il rafforzamento delle task force di comunicazione strategica del Servizio Europeo per l’Azione Esterna (SEAE).
La Commissione intende responsabilizzare le piattaforme online e a tal fine, è previsto il rafforzamento del codice di buone pratiche contro la disinformazione. Questo prevederà la pubblicazione di orientamenti chiari sul modo in cui potenziare le misure contro tale fenomeno e la definizione di un quadro di monitoraggio.
Bruxelles intende, infine, finanziare tutte le iniziative e progetti volti all’alfabetizzazione mediatica dei cittadini per aiutarli a individuare la disinformazione sia all’interno che all’esterno dell’UE.
Il commento di Ursula von Leyen
La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, presentando il piano ha così commentato, “Con la rivoluzione digitale in corso, i cittadini devono poter compiere le loro scelte esprimendo liberamente le proprie opinioni. La realtà va distinta dalla finzione, e mezzi di informazione liberi e la società civile devono poter partecipare a un dibattito aperto e libero da interferenze malevoli. Per questo l’UE prende misure per rendere più resilienti le nostre democrazie nell’UE.”
Il commento di Věra Jourová
Věra Jourová, Vicepresidente per i Valori e la trasparenza, “La democrazia non può essere data per scontato; ha bisogno di cura e protezione. Il nostro piano mira a proteggere e promuovere una partecipazione significativa dei cittadini, dando loro gli strumenti per compiere liberamente le loro scelte nello spazio pubblico, senza manipolazioni. Dobbiamo aggiornare le norme, in modo da poter sfruttare le opportunità dell’era digitale e affrontare le sfide che essa pone. Il piano propone azioni volte a rafforzare la protezione dei giornalisti e a lottare contro la disinformazione e le interferenze, garantendo allo stesso tempo la piena tutela della libertà di parola.”
Una serie di feedback riguardo al Piano d’azione da parte di cittadini privati, ONG, sindacati, associazioni dei consumatori e altri enti sono consultabili qui.
Il parere della prof.sa Laschi sul Piano d’azione
Abbiamo contattato per un commento la Prof.sa Giuliana Laschi, Cattedra Jean Monnet ad personam di Storia dell’integrazione europea presso l’Università di Bologna – Campus di Forlì e presidente del Comitato scientifico del Centro di Eccellenza Jean Monnet Punto Europa di Forlì.
Laschi ritiene il documento della Commissione interessante, soprattutto per la decisione di intervenire sulla democrazia, “dato che da alcuni anni ci sono dei paesi membri dell’Ue che ne mettono in discussione alcuni capisaldi”. Ritiene in particolare che la Commissione abbia lavorato bene sui primi due punti (promozione di elezioni libere ed eque, rafforzamento della libertà e del pluralismo dei mezzi d’informazione) ma male sulla disinformazione.
Secondo la Professoressa, inoltre, la Commissione rimane molto debole sulla comunicazione coi cittadini europei: per questo Piano d’Azione la Commissione aveva aperto delle consultazioni per la società civile tra il 15 luglio e il 18 settembre 2020, che tuttavia non ha ricevuto molto “engagement”, “probabilmente”, sottolinea Laschi, “anche per la scelta del periodo, certo infelice se si vuol tentare di coinvolgere i cittadini”.
Inoltre, evidenzia come i Centri di Informazione Europe Direct (44 in Italia), le cui attività di comunicazione hanno lo scopo di interessare i cittadini e di promuovere il dialogo sull’UE, sovente “non riescono ad essere sufficientemente efficaci nella loro azione e l’informazione talvolta troppo superficiale o incentrata sui finanziamenti che svolgono non incide quanto dovrebbe e non riesce a rispondere all’euroscetticismo imperante e avvicinare i cittadini alle istituzioni”.
Quindi Laschi si augura che la Commissione, visti gli spunti interessanti contenuti dal Piano, riesca questa volta ad arrivare a risultati soddisfacenti e a superare l’attuale difficoltà nell’individuare i giusti canali comunicativi con i cittadini.