La Corte dei Conti ha dichiarato il fallimento del Comune di Napoli. Secondo la magistratura contabile, infatti, a Napoli un cittadino su due non paga le tasse né le multe. Le Amministrazioni Comunali che si sono susseguite negli ultimi anni hanno accumulato un buco di bilancio, dovuto principalmente alla loro incapacità di riscossione delle entrate tributarie.
In altre parole, tra il 2009 e il 2011 i tributi propri, ovvero IMU, ICI, Tarsu, ha avuto un tasso di evasione pari al 50%, elemento estremamente grave, se si considera che tali entrate pesano per l’88% delle entrate correnti, prendendo a riferimento il bilancio del 2012. Non solo, a non essere riscosse sono anche le multe stradali che, hanno visto aumentare progressivamente la percentuale di cancellazione negli ultimi 5 anni, fino a raggiungere il 30%.
Il dissesto finanziario del Comune di Napoli ha natura decennale e non ha fatto altro che peggiorare. Secondo la Corte, il Comune continua a iscrivere a bilancio crediti risalenti a più di dieci anni fa, per una cifra pari a 68 milioni di euro, dalla dubbia esistenza.
Le spese per il personale sono, inoltre, incongruenti con la normativa vigente. Oggi esse si attestano al di sopra del limite del 50% delle uscite e sono iscritte al bilancio con poste troppo al di sotto della loro reale entità, afferma la Corte.
Il Piano di riequilibrio cui Napoli è soggetta da un anno e mezzo è stato anch’esso oggetto del controllo della Corte dei Conti: esso, incentrato sulle dismissioni immobiliari, avrebbe dovuto portare 730 milioni di ricavi.
Tuttavia, statuisce la delibera della Corte dei Conti, la mancanza di un crono programma per le alienazioni “esprime l’assenza, da parte dell’ente, di un effettivo controllo delle operazioni”. Per di più, risulta che i 730 milioni siano una cifra sovrastimata di circa sei volte. De Magistris ha già dichiarato di essere pronto a chiedere un SalvaNapoli, sul modello del SalvaRoma. La prima matassa da sbrogliare per il Governo Renzi-Delrio.
Annalisa Boccalon