Fatti i ministri adesso bisogna costituire la squadra allargata: viceministri (possibilmente con delega, vista l’esiguità del Governo) e sottosegretari. Più i nomi in lista. Ma prima di privilegiare i nomi, bisogna favorire la nomina di membri di gruppi parlamentari rimasti al di fuori dei titolari dei Dicasteri, per un sano equilibrio e giusta rappresentanza all’interno del nuovo esecutivo. Il caso dei centristi di ‘Per l’Italia’ è emblematico.
I nomi saranno disponibili tra martedì sera e mercoledì mattina. Renzi, uomo della rottamazione e di netta cesura con la ‘vecchia’ politica, vorrebbe mantenere numeri contenuti: trentacinque, al massimo quaranta viceministri, di cui almeno venti in quota Partito Democratico, gruppo parlamentare che detiene oltre la metà dei consensi e dei seggi. I restanti quindici posti saranno distribuiti tra Ncd, Scelta Civica, Per l’Italia ed Udc.
Per i sottosegretari la battaglia sarà, forse, più serrata: se ne ipotizzano quarantacinque. Il dossier per la loro elezione è in mano al sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Graziano Delrio. L’ex sindaco di Reggio Emilia dovrebbe aver già fatto quadrare i conti: 22 posti al Pd, 10 al Ncd, 5 a Sc (da dividersi, quindi, con l’Udc), 5 ai Popolari, 2 al Psi (che insieme ad Autonomie e Maie ha votato stanotte la fiducia) ed 1 al Centro Democratico.
Nel toto nomi dei sottosegretari, i più quotati vi sono Enzo Moavero Milanesi, Ministro per gli Affari Europei durante il Governo Monti ed il Governo Letta, che sembra incamminato verso Palazzo Chigi con delega per i rapporti con Bruxelles. Poi c’è Luca Lotti, responsabile organizzazione del Pd, diretto – anche lui – verso la Presidenza del Consiglio, anch’egli col ruolo di sottosegretario. All’interno dei due posti per il Psi, uno dovrebbe essere assicurato per il segretario, Riccardo Nencini, indirizzato alla Cultura. In quota Ncd si lancia la responsabile iniziative nazionali, Barbara Saltamarini. Infine il dalemiano Marco Minniti sembra essere vicino alla riconferma per la delega ai Servizi Segreti. Garantito è Giovanni Legnini, apprezzatissimo a Palazzo Chigi per la sua delega all’editoria.
E con Emanuele Fiano diretto alla sotto segreteria del Viminale, Erasmo De Angelis all’Ambiente, Tobia Zevi ale Politiche Giovanili, Paolo Coppola all’Innovazione, David Ermiti alla Giustizia ed Angelo Rughetti come jolly in diversi Dicasteri, il quadro dei sottosegretari ‘renziani’ (chi della prima ora, chi convintamente poi) sembra risolto. Area Dem, che esprime il suo leader, Dario Franceschini, come titolare dei Beni e delle Attività Culturali: aggiungerebbe Lapo Pistelli alla Farnesina, Pierpaolo Barretta al Mef, Gianclaudio Bressa alle Riforme. Poi c’è l’area intorno all’ex leader Pier Luigi Bersani: bersagliata dall’attacco di Renzi, sono in forse sia Legnini che De Vincentis, così come Bubbico. Sicuramente fuori Stumpo e D’Attorre. Più probabile Zoggia. I ‘Giovani Turchi’ avevano, poi, puntato su Matteo Orfini, ma Renzi sembra preferire Silvia Velo, per rispettare il criterio di genere. Ai lettiani sembra, invece, non sia destinata alcuna poltrona di sottosegretari. Il che potrebbe far crescere ulteriormente la tensione interna tra l’ex premier e l’attuale.
Daniele Errera