Sondaggio Demopolis: l’erosione di consenso del PD avvantaggia M5S e FI
Sondaggio Demopolis: l’erosione di consenso del PD avvantaggia M5S e FI
Il mese di Febbraio appena trascorso è stato ricco di avvenimenti che hanno cambiato a fondo lo scenario politico Italiani, ed il barometro politico Demopolis ha proprio lo scopo di ridurre a numeri questi cambiamenti, mostrando come le intenzioni di voto degli Italiani si modifichino sulla base del dibattito politico in corso. L’ultima rilevazione Demopolis resa pubblica risale al 4 Febbraio, quando il PD si trovava stabilmente al primo posto con il 32% dei voti distanziando di circa 10 punti Forza Italia ed il Movimento 5 Stelle che ottenevano rispettivamente il 21,6% ed il 22%.
Tra le tre principali forze politiche, quella che sembra aver risentito maggiormente del cambio di guardia a Palazzo Chigi è proprio il PD, che in circa 20 giorni ha perso due punti di consenso scendendo al 30%. Anche la maggior parte degli altri istituti di ricerca ha registrato una flessione di questo tipo nel consenso per il PD, e mentre Renzi inizia le sue attività di Governo prendendo una responsabilità che sarà decisiva per il suo futuro politico, gli altri due principali partiti avanzano nelle intenzioni di voto, soprattutto per quanto riguarda il Movimento 5 Stelle che passa dal 22 al 23%. Forza Italia va dal 21,6% al 22%, ma crescono anche il Nuovo Centrodestra di Alfano (6,8% con +0,4%) e, seppur molto limitatamente, Lega Nord (3,8% con +0,1%) e Fratelli d’Italia (3,1% con +0,1%). Anche Sel, il principale alleato del PD nello schieramento di Centrosinistra, cresce leggermente raggiungendo il 3%, ma queste oscillazioni minime sono probabilmente più dovute a cambiamenti campionari che a reali spostamenti di consenso.
Con queste intenzioni di voto il Centrodestra guiderebbe le coalizioni con il 36% dei voti, ma il centrosinistra seguirebbe a solo un punto di distanza con il 35%. L’indebolimento del PD va come sempre a vantaggio del Centrodestra che è in grado di attrarre una maggiore quantità di piccoli partiti e quindi di aggiungere piccole percentuali di voto che permettono di superare gli avversari. Intanto, il Movimento 5 Stelle ottiene il 23% ed il 18% degli elettori non sa quale partito voterebbe in caso di elezioni, mentre i rispondenti che dichiarano che andranno certamente a votare sono il 65%.