Il ruolo del calcio nella rivolta ucraina

Poco meno di due anni fa, a Kiev, l’Italia si giocava la finale degli europei contro la Spagna. Lo stesso stadio che ha visto gli azzurri sbeffeggiati dagli spagnoli, oggi, è uno degli epicentri della rivolta ucraina.

Proprio di fronte allo Stadio Olimpico di Kiev, infatti, i rivoltosi hanno alzato le prime barricate, trasformando lo stadio stesso, e la squadra che vi gioca – la Dinamo Kiev – in due grandi simboli della rivoluzione ucraina che riempie le pagine della cronaca estera da circa due settimane. Il ruolo delle tifoserie, come in ogni rivoluzione “social” che si rispetti, è fondamentale: gli ultras della squadra della capitale si sono rivelati fra i più ferventi guerriglieri negli scontri avvenuti.

 

 

Lo Stadio Olimpico di Kiev è divenuto uno dei simboli della rivolta ucraina.

Lo Stadio Olimpico di Kiev è divenuto uno dei simboli della rivolta ucraina.

 

I giocatori della Dinamo Kiev, inoltre, durante l’incontro disputato contro il Valencia valevole per i sedicesimi di Europa League, hanno espresso la propria solidarietà verso il popolo ucraino ufficializzando una presa di posizione radicale contro il governo del latitante Yanukovich. Proprio alla vigilia del match contro gli spagnoli, il portiere della Dinamo Oleksandr Shovkovskiy,  capitano e bandiera della squadra in cui milita da vent’anni ed ex nazionale, ha rilasciato un’intervista durante la quale è scoppiato in lacrime. Lacrime di onesta e spontanea commozione riguardo i fatti che stanno sconvolgendo la sua patria.

Dall’altra parte del Paese, invece, i tifosi ed i calciatori dello Shakhtar Donetsk – colpiti anche dal decesso in un incidente stradale del giocatore Maicon – non hanno avuto una parte attiva nel contesto della rivolta. La regione di Donetsk, infatti, si trova nell’Ucraina orientale dove la fedeltà verso il governo filo-sovietico di Yanukovich era maggiore.

 

Oleksandr Shovkovsk è il portiere della Dinamo Kiev da oltre vent'anni.

Oleksandr Shovkovsk è il portiere della Dinamo Kiev da oltre vent’anni.

 

Come dichiarato da Massimo Ugolini, vice di Lucescu sulla panchina dello Shakhtar, si è parlato poco di calcio in questi giorni in Ucraina e, al momento, sembra molto difficile che il campionato possa proseguire senza intoppi.