Un articolo di Piergiorgio Odifreddi pubblicato sabato 22 febbraio fa le pulci al neo-ministro per la semplificazione Marianna Madia. Secondo il noto saggista e matematico, la Madia, di cui ripercorre le tappe della carriera, è ‘una raccomandata di ferro’
“Non me l’aspettavo, stavo guardando Peppa Pig in Tv con mio figlio”, questa la dichiarazione rilasciata da Marianna Madia una volta saputo di essere stata appena nominata ministro per la Semplificazione e della Pubblica Amministrazione. E a parte i talk show che ormai hanno reso un po’ tutti così familiari, francamente anche l’opinione pubblica è rimasta piuttosto sorpresa nel vedere un ministro così giovane, classe 1980, ma per i più anche sconosciuto, sedere sulla poltrona di uno dei Dicasteri più importanti della Repubblica. D’altronde è anche legittimo chiedersi se un ministro così giovane, e di cui non si sa poi tanto, sarà effettivamente in grado di sostenere il peso di quelle riforme di cui lo Stato ha così bisogno, tant’è che a parte le solite sviolinate di alcuni, non proprio tutta l’opinione pubblica all’indomani della sua nomina ha esultato con titoloni di incoraggiamento e di congratulazioni. Anzi c’è chi, come Piergiorgio Odifreddi, noto saggista di filosofia e matematico, all’interno delle pagine del giornale MicroMega, conosciuta rivista online di temi filosofici e politici diretta da Paolo Flores d’Arcais e pubblicata dal gruppo editoriale dell’Espresso, non ha avuto imbarazzo a definire la scelta del neo-premier Matteo Renzi letteralmente come una ‘vergogna‘, e leggendo poi il resto, non è poi così difficile comprenderne infatti la ragione. All’interno del suo articolo, pubblicato sabato 22 febbraio, Odifreddi infatti ripercorre tutte le tappe della fin troppo straordinaria carriera della Madia, fin dal suo esordio nel 2008, allorchè Walter Veltroni, a quel tempo candidato premier per le file dell’Ulivo, pensò bene di sfruttare ogni escamotages che l’ormai famigerato Porcellum consentiva, inserendo il suo nome all’interno delle liste bloccate e candidandola capolista alla Camera per il Pd nella XV circoscrizione del Lazio. Perchè infatti una ragazza a quel tempo appena ventisettenne, di cui nulla ancora si conosceva, tanto meno le sue competenze, è stata candidata come capolista all’interno delle liste bloccate del Porcellum? La risposta di Odifreddi non si lascia attendere, utilizzando a volte punte di freddo cinismo; nonostante infatti la Madia nel 2008 si presentò alla stampa dichiarando ‘porto in dote la mia inesperienza’, per il saggista-matematico è in realtà “una raccomandata di ferro, con un pedigree lungo come il catalogo del Don Giovanni. E’ pronipote di Titta Madia, deputato del Regno con Mussolini, e della Repubblica con Almirante.
E’ figlia di un amico di Veltroni, giornalista Rai e attore. E’ fidanzata del figlio di Giorgio Napolitano. E’ stagista al centro studi Ariel di Enrico Letta. La sua candidatura è dunque espressione del più antico e squallido nepotismo, mascherato da novità giovanilista e femminista. E fa scandalo per il favoritismo, come dovrebbe.”
Se questa è meritocrazia, si potrebbe infatti osservare; si deduce che la fortuna di cui oggi gode il neo-ministro per la Pubblica Amministrazione è dovuta infatti integralmente al sostegno dell’ex segretario Pd e sindaco di Roma Walter Veltroni, che si sostiene si sia legato alla sua persona allorchè il giorno dei funerali del padre scomparso prematuramente, di cui l’ex sindaco era infatti grande amico, l’ascoltò pronunciare il discorso per le onoranze funebri, e da quì il destino del ministro prese una strada ben precisa. Tant’è che Odifreddi rincara la sua dose rimproverando il neo-ministro del più squallido dei difetti di un qualsiasi lavoratore, quello di assenteismo. In particolare la Madia è accusata dal saggista di essere stata ‘direttamente‘ responsabile della mancata caduta dell’allora governo Berlusconi, una possibilità questa che non si è potuta realizzare, come si legge dall’articolo, perchè il neo-ministro era a quel tempo impegnato in una visita medica in Brasile.
Spiega infatti Odifreddi:”In parlamento la Madia brilla come una delle 22 stelle del Pd che non partecipano, con assenze ingiustificate, al voto sullo scudo fiscale proposto da Berlusconi, che passa per 20 voti: dunque, è direttamente responsabile per la mancata caduta del governo, che aveva posto la fiducia sul decreto legge. Di nuovo fa scandalo, questa volta per l’assenteismo. La sua scusa: stava andando in Brasile per una visita medica, come una qualunque figlia di papà.”
Ci si potrebbe chiedere, tra le tante cose, data la ‘leggerezza’ con la quale affronta impegni così gravosi, da cui poi dipenderà il destino di molte persone, non fosse per la centralità della sua posizione, perchè Marianna Madia “invece di essere cacciata a pedate” come afferma Odifreddi, è stata ricandidata ancora nelle elezioni dell’anno scorso, e sempre all’interno delle liste bloccate del Porcellum. Questa la conclusione a cui arriva il matematico;”Invece, entra nella segreteria del partito dopo l’elezione a segretario di Renzi, e ora viene addirittura catapultata da lui nel suo governo: ministra della Semplificazione, ovviamente, visto che più semplice la vita per lei non avrebbe potuto essere. Altro che rottamazione: l’era Renzi inizia all’insegna del riciclo dei rottami, nella miglior tradizione democristiana.” Come a dire, a pensar male si fa peccato ma molte volte ci azzecca.