Alta tensione in Ucraina, Yanukovic ringrazia la Russia per avergli salvato la vita

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Ucraina: torna a parlare Yanukovich, aereoporti occupati in Crimea

L’ex presidente della Repubblica ucraina Viktor Yanukovich – su cui spicca un mandato di cattura internazionale (la Procura di Kiev ha già chiesto l’estradizione alla Russia) e che da oggi è indagato a Ginevra insieme al figlio per riciclaggio – torna a parlare e lo fa da Rostov, città russa sul Don, nella quale è arrivato scortato dai caccia di Mosca.

Chiede scusa agli ucraini – “per non essere stato in grado di mantenere la stabilità durante le proteste” – ma si considera ancora il “legittimo presidente dell’Ucraina” (naturalmente sono “illegittimi” sia nuovo governo di Kiev che le elezioni presidenziali del 25 Maggio alle quali “assicuro che non mi presenterò”): Yanukovich, che denuncia le ingerenze della Comunità Europea – ha aiutato “il movimento che l’ha deposto” – chiede anche che il rispetto degli accordi firmati con l’opposizione, alla presenza dei ministri degli Esteri francese, tedesco e polacco e di un inviato della Federazione russa.

L’ex capo dello Stato ha annunciato di “voler continuare la propria battaglia per il futuro dell’Ucraina”, in questo momento, “governata da giovani fascisti che sono un’assoluta minoranza nel paese: che le “persone armate” lascino le strade di Kiev, ha detto Yanukovich, e permettano agli ucraini di “vivere una vita normale”.

Ha raccontato delle minacce ricevute che lo obbligarono a lasciare Kiev, della sua fuga in macchina verso Kharkov – dopo che gli fu rifiutato di imbarcarsi sul volo che lo avrebbe portato fuori dal paese – e degli spari da cui miracolosamente si è salvato, per poi finalmente giungere in Crimea dopo aver viaggiato in elicottero e poi nuovamente in auto.

Ringrazia la Russia per avergli salvato la vita, aiutandolo a passare il confine a bordo del suo aereo privato, ma “non chiederò un sostegno militare”: i propositi seccessionisti della maggioranza della popolazione della Crimea non trovano, quindi, l’appoggio di Yanukovich per il quale la regione russofila “deve restare ucraina anche se con un’ampia autonomia”.

Nel frattempo la tensione in Crimea resta alta: gli aeroporti di Sebastopoli e Sinferopoli sono occupati, al momento, il primo da truppe filo-russe della “milizia popolare della Crimea” e il secondo da un contingente delle forze navali di Mosca di base sul Mar Nero (all’interno forze militari e guardi di frontiera ucraine). Sembra che anche lo scalo di Belbek sia occupato da milizie armate ma senza distintivi che li possano identificare.

Sulla situazione ucraina, oltre alle minacce di guerra civile e intervento russo, pesa una grave crisi economica che sta esponendo sempre più il paese al rischio della bancarotta: oggi la banca centrale ha annunciato di aver ridotto a 15000 grivnie (circa 1000 euro) al giorno il limite massimo di denaro prelevabile in banca.

Guglielmo Sano