In Francia due ministri propongono la legge contro “il nemico della Repubblica”

Pubblicato il 15 Dicembre 2020 alle 22:00 Autore: Maria Teresa Lacatena

Mercoledì 9 dicembre 2020, il Consiglio dei ministri francese ha approvato il disegno di legge contro il “separatismo religioso” . Lo scopo del progetto di legge è quello di combattere l’islamismo radicato, definito come “l’ennemie de la République”.

Il governo ha definito il disegno di legge, contenente più di 50 articoli, come “una legge di libertà” essenziale per la convivenza pacifica nella società francese e sarà presentato all’Assemblea nazionale a gennaio.

Inizialmente, il testo era stato chiamato “legge antiseparatismo“, termine utilizzato da Macron per indicare gli islamisti radicali che si ritirano dalla società tradizionale. Dopo aver ricevuto varie critiche a causa dell’utilizzo di questa espressione, la proposta di legge viene indicata come “disegno di legge per rafforzare i valori repubblicani“, per lo più laicità e la libertà di espressione.

Prevedibile era la reazione da parte della Turchia e dei Paesi musulmani, i quali hanno criticato la proposta di legge. In modo particolare, Il presidente turco Erdogan – che negli ultimi mesi ha fortemente criticato il presidente francese Emmanuel Macron, al punto di chiedere ai suoi connazionali di boicottare i prodotti francesi – ha definito la proposta di legge una “provocazione aperta“. Allo stesso modo, anche gli studiosi della prestigiosa istituzione islamica sunnita egiziana Al-Azhar hanno definito “razzista” il punto di vista di Macron.

Da parte sua, Macron ha detto: “Non permetterò a nessuno di sostenere che la Francia, o il suo governo, stia promuovendo il razzismo contro i musulmani“.

Perché questa legge?

Non è difficile individuare le motivazioni che hanno spinto il governo francese ad approvare questo disegno. Già prima dell’omicidio di Samuel Paty, l’insegnante aggredito e decapitato dopo aver mostrato le vignette del profeta Maometto, si pensava a questa legge.

La morte di Paty fa parte di una serie di attacchi jihadisti, che dal 2015 hanno causato più di 260 morti in Francia. Negli ultimi mesi ci sono stati tre attacchi, ma non vanno dimenticate le sparatorie del 2015 contro la rivista satirica Charlie Hebdo e la sala concerti Bataclan e l’attentato del luglio 2016 a Nizza.

Questo disegno di legge non è un testo rivolto contro le religioni o contro la religione musulmana in particolare“, ha dichiarato il Primo ministro Jean Castex dopo che il gabinetto ha approvato il disegno di legge. “È il contrario: è una legge di libertà, è una legge di protezione, è una legge di emancipazione contro il fondamentalismo religioso“.

I contenuti, tra scuola e matrimoni

Il testo, co-sponsorizzato dal Ministro degli Interni Gérald Darmanin e dal Ministro della Giustizia Éric Dupond-Moretti, prevede una serie di misure.

Nello specifico, gli articoli da 18 a 20 riguardano l’odio su Internet: un nuovo reato che punisce la diffusione di informazioni che identificano una persona (nome, indirizzo, ecc.) allo scopo di esporla a una minaccia. Se dovesse essere approvata, la legge consentirebbe di avviare un procedimento penale accelerato contro gli autori dei discorsi di odio.

Oltre a ciò, i medici potrebbero essere puniti nel caso in cui fornissero “certificati di verginità” per i matrimoni religiosi tradizionali. Ai funzionari sarebbe vietato concedere permessi di soggiorno ai richiedenti poligami. Le coppie verrebbero intervistate separatamente dai funzionari del municipio prima del matrimonio per scoprire se sono state costrette a sposarsi.

Ci sarebbero dei cambiamenti anche per quanto riguarda l’istruzione scolastica, in modo tale da garantire che i bambini tra i 3 e i 16 anni non abbandonino la scuola.

Infine, sarebbero previsti dei controlli più severi sulle moschee e sui predicatori. Infatti, se il disegno di legge dovesse diventare una legge a tutti gli effetti, le moschee francesi potrebbero vedere una maggiore sorveglianza delle loro attività, come il finanziamento.

Il governo potrebbe esercitare una supervisione sulla formazione degli Imam, e avrebbe maggiori poteri per chiudere i luoghi di culto che ricevono sussidi pubblici se vanno contro i “principi repubblicani” come l’uguaglianza di genere.

L’elemento curioso è che all’interno del testo non componiamo le parole “islamico” o “islamista“, ma l’intento del governo è chiaro: andare alla radice della cultura separata dei gruppi estremisti che considerano le leggi dell’Islam superiori a quelle della Repubblica.

Le reazioni

Al di là delle reazioni da parte del mondo musulmano, gli oppositori all’interno della Francia stessa ritengono che “il disegno di legge rischia di sconfiggere sé stesso”. Il pericolo di una confusione tra l’islam, la religione, e l’islamismo, un movimento politico, è evidente. Ciononostante, ci sono stati membri della comunità che si sono espressi a favore della legge, come il leader del Consiglio francese della fede musulmana.

Sam Brownback, ambasciatore degli Stati Uniti per la libertà religiosa internazionale, ha dichiarato di essere preoccupato per gli eventi in Francia. Riferendosi al disegno di legge, ha detto: “Quando la situazione si fa pesante, la situazione può peggiorare“.

In patria, gli esperti dicono che Macron gode in gran parte del sostegno di un elettorato che ha indurito la sua posizione sul terrorismo.

Contrariamente si è espresso Jean-Luc Mélenchon – leader del partito La France Insoumise – che ha accusato il governo di voler “stigmatizzare i musulmani”. Allo stesso modo, anche la rappresentante dell’estrema destra francese – Marine Le Pen si è espressa, sostenendo che “In questo testo manca tutto. Tutta la sezione immigrazione. Non c’è niente sull’islamismo stesso. Non c’è più alcun riferimento al laicismo, non c’è più nulla dell’islamismo al lavoro. […]In questo testo sono presenti tutte le religioni, facendo confusione tra religione e islamismo. Per me l’islamismo è un’ideologia totalitaria.”

Il tema della laicità in Francia

La Francia, portavoce della cosiddetta “laïcité”, non è nuova a entrare in contrasto con le tradizioni musulmane. Nel 2004 una legge ha vietato il velo nelle scuole francesi. A questa è seguita nell’ottobre del 2010 il “divieto del burqa”, che vieta di indossare in pubblico il velo integrale.

Un sondaggio dell’Istituto Ipsos sulla popolazione musulmana francese, ha rilevato che il 77% non ha problemi a praticare la propria religione in Francia. Tuttavia, lo stesso sondaggio ha mostrato che il 44% dei musulmani francesi ritiene che il resto della società abbia poca considerazione di loro.

Verso il 2022

Con questa proposta di legge e la proposta sulla “sicurezza globale”, è chiaro lo scopo di Macron. Vuole indirizzarsi sempre più verso la destra politica in vista delle elezioni presidenziali che si terranno tra circa 16 mesi. Infatti, è lì che, con la sinistra a brandelli, sembra trovarsi il centro di gravità della politica francese.

Inoltre, lo scorso maggio, un gruppo di deputati di sinistra del suo partito La République En Marche (LREM) ha disertato. Non va dimenticato poi che a giugno, in occasione delle elezioni amministrative, LREM ha perso in molte zone.

Macron, che descrive la sua politica come “né di destra né di sinistra“, si troverà quasi sicuramente ad affrontare la candidata  Marine Le Pen.

Per concludere, è giusto chiedersi se tra Gilet gialli, riforma pensionistica, Covid e le ultime due proposte di legge, Macron abbia qualche chance di riconquistare l’Eliseo nel 2022.