La sfida di Giancarlo Rotondi: l’anti Renzi pro restaurazione
“Prodi piantò l’Ulivo, noi abbiamo piantato un pino marino, simbolo di tutta l’Italia”. Così Gianfranco Rotondi, ex Ministro per l’Attuazione del Programma ed ex leader della Nuova Democrazia Cristiana per le Autonomie, quest’oggi presentando a Roma il simbolo di Unione dei Movimenti Popolari. E sfida Renzi.
L’inquilino di Palazzo Chigi, probabilmente, non si sentirà eccessivamente minacciato da Rotondi, leader dal modestissimo elettorato politico. Ma l’ex democristiano fissa come obiettivo proprio l’ex inquilino di Palazzo Vecchio: “io sono l’anti-Renzi, mi propongo come leader del centrodestra: da oggi parte la mia campagna come candidato alla guida del Paese”. Il quadro politico, quindi, è ben fissato: avversari del Pd per una grande coalizione di centro destra. E questa importante formazione politica sarà garantita da quel “contenitore politico che sarà l’Ump”.
Tuttavia c’è da sottolineare come il ruolo di Rotondi, e lo ammette lui stesso, è quello di “prestanome”. Il leader, vero ed indiscusso, è Silvio Berlusconi: “si può essere capi di governo anche senza essere premier: io mi propongo come prestanome di Berlusconi. Se ci saranno 600 collegi alle prossime elezioni, noi presenteremo 600 capilista prestanome”. Berlusconiani, quindi. Ma anche post democristiani, populisti, i soliti ex socialisti oggi col Cavaliere. Ed anche filo-Sarkosy: del resto il nome del neonato movimento è lo stesso del partito di centro destra francese (che da Parigi invia gli auguri: “è importante l’iniziativa come quella che vede protagonista oggi a Roma Gianfranco Rotondi con la nascente UMP italiana. Apparteniamo alla famiglia dei popolari europei e vedere i cugini italiani protagonisti di un nuovo corso è importante per il futuro della nostra tradizione politica”). E’ questo il contenuto. Il codice deontologico sarà quello della Dc, sostiene Rotondi: “non saranno ammessi gli iscritti ad associazioni segrete o persone che hanno ricevuto un avviso di garanzia: io stesso, candidandomi solo a presidente del Consiglio e non come parlamentare, voglio essere arrestabile”.
Poi, infine, Rotondi volge il suo sguardo al Governo Renzi, sostenendo la formazione di un governo ombra (il terzo nella storia della Seconda Repubblica dopo quello di Occhetto e di Veltroni) per “marcare e controllare tutti i Ministri del Governo”. Ed, infine, sfida nuovamente Renzi: “A chi mi chiede quale idea forte oppongo alla rottamazione di Renzi rispondo: la restaurazione. Voglio essere il restauratore della politica umiliata della seconda Repubblica”.
Redazione