In Mozambico alla fine la vittoria dell’attuale presidente Armando Guebuza nella battaglia per il prossimo mandato presidenziale è stata totale.
Il Frelimo, cioè il partito che dalla fine della guerra civile, nel 1992, vince sempre le elezioni, si è riunito per quattro giorni nella città di Motola, a sud di Maputo, per designare il candidato alla presidenza e alla fine ha scelto Felipe Nyussi, uno degli uomini più fedeli dell’attuale presidente, 56 anni, ministro della difesa dal 2008 e uomo non di primo piano, poco conosciuto nel paese. Insomma una sorta di gregario, almeno fino ad ora, del potere vincente all’interno del partito.
Il Frelimo è arrivato all’appuntamento di Motola dopo una serrata lotta interna. Armando Guebuza non poteva più presentarsi perché la costituzione prevede solo due mandati. Il potere legato a lui aveva bisogno di un personaggio fedele e sicuro.
Nyussi ha ottenuto il 46 per cento delle preferenze e al secondo posto è arrivata, con il 23 per cento, Luisa Diogo, ex primo ministro, sostenuta da una corrente interna al partito legata al vecchio presidente Joaquim Chissano.
Armando Guebuza, il vero vincitore di questo confronto, rimarrà comunque alla guida del Frelimo e potrà comunque svolgere un ruolo di rilievo per nulla limitato a quanto ha fatto finora. Guebuza è l’uomo più ricco del Mozambico, titolare di numerose aziende e gestore, attraverso il suo vasto entourage, di molti business.
Il Mozambico è uno dei paesi più promettenti dal punto di vista della crescita economica e per questo motivo nel paese confluiscono investimenti cospicui dai cinesi, ma non solo. La più grande miniera a cielo aperto di carbone, nella provincia di Tete, è gestita dal colosso brasiliano Vale. Nel Nord c’è il petrolio e ci sono già cinesi, ovviamente, italiani e più o meno tutte le altre compagnie internazionali.
Insomma nel prossimo periodo ci sarà di che spartirsi affari: c’è bisogno di strade, infrastrutture, bisogna letteralmente costruire porti e città.
Ma il Mozambico è anche un paese debole, fragile. La parte rurale del paese è rimasta fortemente arretrata e negli ultimi mesi è risorto il conflitto della vecchia e sanguinosa guerra civile, quello tra il Frelimo, appunto – che risultò vincitore, di fatto del conflitto – e la Renamo che secondo gli accordi di pace avrebbe dovuto integrarsi nella vita politica. Da qualche tempo Frelimo e Renamo si confrontano di nuovo armi alla mano. Cosa è successo? Probabilmente un contrasto interno su come spartirsi gli affari del prossimo futuro. E su questo contrasto rischiano di appuntarsi anche interessi esterni che, come avviene sempre, potrebbero sponsorizzare e avere interesse a destabilizzare il paese.
Come sempre: se il Mozambico capitalizzerà queste opportunità economiche guadagneranno soprattutto le èlite al potere. Se precipitasse nell’instabilità (o peggio) chi pagherà le spese sarà la stragrande maggioranza della popolazione.
Raffaele Masto