Renzi: un piano straordinario per l’edilizia scolastica
Si riparte dalla scuola, aveva detto Renzi. E sembra che il suo obiettivo sia omnicomprensivo: non solo il lato legato agli studi, ma anche l’aspetto dell’edilizia. Con una lettera rivolta ai suoi ex colleghi sindaci, il premier li invita a comunicare un edificio da riammodernare e ristrutturare.
“Caro collega”. Così comincia la lettera dell’inquilino di Palazzo Chigi ai circa 8.000 ex colleghi – primi cittadini. Il segretario del Partito Democratico continua la missiva e parla di una vera e propria missione: “ora la vostra e nostra priorità è l’edilizia scolastica. Non vi propongo un patto istituzionale, ma più semplicemente un metodo di lavoro. Vogliamo che il 2014 segni l’investimento più significativo mai fatto da un governo centrale sull’edilizia scolastica”.
Ma per ottenere qualche risultato Renzi deve superare un paletto imposto da Bruxelles, il patto di stabilità: “stiamo lavorando per affrontare le assurde ricadute del patto di stabilità interno. Vi chiedo di scegliere all’interno del vostro comune un edificio scolastico. Di inviarci entro il 15 marzo una nota molto sintetica sullo stato dell’arte. Non vi chiediamo progetti esecutivi o dettagliati: ci occorre – per il momento – l’indicazione della scuola, il valore dell’intervento, le modalità di finanziamento che avete previsto, la tempistica di realizzazione. Semplice e operativo come sanno essere i sindaci”, esperienza dalla quale Renzi esce con un grande consenso e buoni risultati.
Per affrettare i tempi, l’obiettivo di Renzi è quello di superare lo scoglio della lentezza della Pubblica Amministrazione, della burocrazia: “cercheremo nei successivi quindici giorni di individuare le strade per semplificare le procedure di gara, che come sapete sono spesso causa di lunghe attese burocratiche, e per liberare fondi dal computo del patto di stabilità interna”. Il Presidente del Consiglio conclude con un messaggio di speranza. Al “la cultura non dà da mangiare” (espressione usata anni fa da Giulio Tremonti) contrappone il “educazione, educazione, educazione”. E’ questa la “scommessa sul valore più grande che un Paese può incentivare”.
Daniele Errera