Spese pazze e rimborsi Lombardia: chiuse le indagini
La procura di Milano ha dichiarato chiuse le indagini nei confronti di 65 persone, nell’ambito dell’inchiesta sulle spese pazze ed i rimborsi elettorali gonfiati in Regione Lombardia. Tra gli indagati, consiglieri ed assessori della Regione governata sino allo scorso anno da Roberto Formigoni, ci sono Renzi Bossi – figlio dell’ex segretario della Lega Nord – e Nicole Minetti, ex consigliere regionale PdL.
A rischiare il rinvio a giudizio sono 31 consiglieri del Pdl, 23 della Lega, 5 del Pd, due dell’Udc e uno ciascuno di Sel, Idv e Partito dei pensionati. Sotto accusa dopo le indagini della Gdf di Milano migliaia di rimborsi chiesti e ottenuti dai politici che talvolta sembrano avere una vera passione per l’elettronica, visto che acquistano smartphone, tablet, macchine fotografiche e tv a profusione, specie all’approssimarsi del Natale. In questo modo, dalle casse della Regione dal 2008 al 2011 sono usciti illegalmente ben 2.941.721,29 euro, utilizzati dai consiglieri anche per comprare torroni, sushi, provole e quant’altro.
L’ormai famigerato Renzo Bossi, figlio del senatùr Umberto, ad esempio, ha ottenuto rimborsi per 15.757,21 euro, per pagare anche una spremuta d’arancia e brioche farcite (3,30 euro), caramelle e salatini (18,05), una Red Bull e le sigarette (17,85), ma anche un tv color da 32 pollici (428,90 euro), iPad, iPhone e accessori vari (1.515), un rilevatore di autovelox, tutor (188,90), «due spazzolini con nome» un frigorifero (159) e invitare undici persone al «Ristorante del bolognese » (850 euro).
Nello scorso dicembre la stessa procura di Milano ha chiesto l’archiviazione per 33 persone, tra cui Pippo Civati (PD) e Rosi Mauro (ex Lega Nord). L’inchiesta – va ricordato – riguarda rimborsi e spese per circa 3.5 milioni di euro.