Poste Italiane sarà privatizzata al 40%
Ridurre il debito pubblico. E’ il richiamo che da più parti ci arriva, ultima delle quali è l’Unione Europea. Ecco quindi che la Commissione Lavori pubblici a Palazzo Madama ha dato il via, con una strettissima maggioranza, alla privatizzazione delle Poste Italiane.
La quota vendibile della S.p.a. ancora controllata al 100% dallo Stato, sarà al massimo del 40% e servirà, anzitutto, per ridurre la quota – ormai inammissibile – del debito pubblico nostrano. La Commissione si è però, praticamente, divisa: 10 voi favorevoli, 9 contrari. Ad issare le barricate sono stati i 5 Stelle e i senatori di Sinistra Ecologia e Libertà. Il vice presidente della Commissione, Massimo Cervellini (Sel), ha dichiarato come “la stentata maggioranza favorevole mostra quanto sia ormai evidente a tutti lo scellerato, ennesimo tentativo di fare cassa svendendo il patrimonio pubblico, lasciando inquietanti interrogativi sul circuito del risparmio del Banco Posta. In totale assenza da parte di questo governo di un piano strategico sul futuro, si naviga a vista senza un comandante e senza una direzione. Dobbiamo opporci alla deriva prima che sia inarrestabile”.
Controbatte il relatore, Raffaele Ranucci (Pd), sostenendo come anche “il governo abbia dato parere favorevole a introdurre forme agevolate di acquisto delle azioni a favore dei piccoli risparmiatori e correntisti oltre che dei lavoratori interni, e alla partecipazione alla governance di Poste Italiane anche per gli azionisti minori“. L’ex a.d. di Trambus Spa sostiene come sia “stato anche previsto l’impiego delle risorse derivanti dalla privatizzazione per interventi a sostegno della ripresa economica e della riduzione del costo del lavoro – quindi non solo finalizzato all’abbassamento del debito pubblico – e il mantenimento della capacità di indirizzo strategico da parte dello Stato con la stipula, al più presto, del contratto di programma con Poste italiane.
Importante anche l’accoglimento dell’invito a definire quanto prima la nuova convenzione pluriennale tra l’ente la Cassa depositi e prestiti”. Conclude Ranucci: “con gli accorgimenti adottati si può guardare con ottimismo al collocamento sul mercato di Poste italiane siamo certi che favorendo un assetto maggiormente equilibrato e competitivo, il Gruppo possa svolgere le sue attività nel rispetto delle disposizioni comunitarie e nazionali in materia di tutela della libera concorrenza”.