E’ terminata dopo 3 anni la fuga di Saadi Gheddafi. Il Niger, il paese nel quale il figlio dell’ex dittatore libico si era rifugiato, lo ha consegnato alle autorità della Libia che ora lo processerà. Nel curriculum vitae di Saadi anche qualche anno in Serie A, in virtù degli allora ottimi rapporti del padre con il nostro Paese. Alla faccia della meritocrazia.
ATTACCANTE DI PESO – Gheddafi, in fondo, il suo sogno di giocare con i campioni lo ha realizzato. Attaccante con qualche chilo di troppo, muove i primi passi nel club dell’Al-Ahly, dove vince una coppa di Libia. L’anno successivo, passa alla squadra più quotata del suo paese, l’Al-Ittihad, dove in due stagioni vince tutto quello che c’è da vincere, pure il titolo di capocannoniere. Nel frattempo papà Muammar decide di investire su di lui, e lo nomina presidente della Federcalcio libica. Saadi ha talento, e nessun selezionatore può impedirgli di indossare la maglia verde dei “Cavalieri del Mediterraneo” ( questo il soprannome della Nazionale ). Il giovane presidente diventa così il giocatore più rappresentativo della Libia, ma Saadi sente che è giunto il grande momento, quello di sbarcare in uno dei campionati più affascinanti del mondo.
GRAZIE A PAPA’ – Tra le tante partecipazioni di papà Muammar, ce n’era una davvero affascinante, l’1,5 % di quote della Juventus, il club più famoso d’Italia. Saadi vorrebbe vestirsi di bianconero, ma la Juve della triade Moggi, Giraudo e Bettega, dopo aver ricevuto diverse chiamate da Tripoli, gli chiude la porta in faccia. Le conoscenze di papà e il bel gruzzoletto, però, gli consentono lo stesso di firmare il primo contratto da giocatore di Serie A. Ad accoglierlo a braccia aperte ci pensa infatti il vulcanico ( oggi latitante ) Luciano Gaucci, che lo porta a Perugia. Nel capoluogo umbro si scatena il putiferio, con una buona parte di tifoseria che si schiera contro il proprio presidente. In due anni Saadi gioca una sola partita ( diventando il primo libico a giocare in Serie A ). Quale secondo voi? Ovviamente quella contro l’amata Juventus. Il potere del denaro.
I VIZI – Nel 2005 Saadi indossa il bianconero, ma non quello della Juve. E’ l’Udinese ad ottenere le prestazioni sportive dell’attaccante, strappandolo a tante altre squadre interessate solamente a firmare qualche accordo economico con il potente padre. Nella tranquilla Udine il giovane non si vede quasi mai in giro ( per fortuna degli udinesi ) e vive nella suite presidenziale di un lussuoso hotel a pochi minuti dal centro città. Tra i tanti racconti di un ex dipendente della struttura che ha ospitato Gheddafi per poco più di un anno ce ne sono alcuni di davvero incredibili, assolutamente incompatibili con la vita di un calciatore professionista. Un intero piano per la sua scorta, una suite per la sua doberman Dina, esperta di esplosivi ( si dice che il suo addestratore fosse costretto a dormire per terra, lasciando il comodo letto all’animale ), un jet pronto a decollare a qualsiasi ora dal vicino aeroporto di Ronchi dei Legionari ( trasferte notturne a Parigi nei migliori locali a luci rosse assieme ad alcuni compagni di squadra ), richieste esagerate di caviale e champagne a qualsiasi ora e una massiccia presenza di “eleganti ragazze” in camera.
E quando nel 2006 si trasferisce alla Sampdoria, dove non gioca nemmeno 1’, il giovane sceglie il meglio, con una suite presidenziale a Rapallo da 6000 Euro a notte, macchine costosissime parcheggiate e solita “bella vita”. Se vi recate nella magnifica cittadina ligure, non fate il nome di Saadi: i suoi debiti, tra hotel, cene e quant’altro, ammontano a circa 360000 Euro.