Blocco dei fondi a chi non rispetta lo Stato di diritto
Nella giornata di mercoledì 16 dicembre 2020, il Parlamento europeo ha approvato il regolamento che vincola lo stanziamento dei fondi. Lo scopo è di proteggere i fondi europei da un uso improprio da parte dei governi che non rispettano lo Stato di diritto. Infatti, gli Stati membri che violano i valori fondamentali – la democrazia o l’indipendenza del potere giudiziario – potrebbero perdere l’accesso ai fondi erogati.
Nella stessa giornata, il Parlamento europeo ha anche approvato il bilancio dell’Unione per il periodo 2021-2027, concordato con il Consiglio il 10 novembre, con 548 voti favorevoli, 81 contrari e 66 astensioni.
Inizialmente, l’Ungheria e la Polonia avevano posto un veto sull’approvazione del budget dopo l’introduzione del nuovo meccanismo. Questo perché temevano sanzioni nei loro confronti.
Il regolamento entrerà in vigore il 1 gennaio 2021.
Di cosa si tratta?
Il regolamento si applicherà anche in casi in cui i fondi UE sono utilizzati in modo incorretto, come corruzione o frode.
La Commissione, in seguito alla verifica di violazione dello Stato di diritto, potrà proporre l’attivazione del meccanismo di condizionalità verso lo Stato trasgressore. Dopodiché, potrà tagliare o congelare i pagamenti a quello stesso Stato.
Il Consiglio ha un mese di tempo per votare le misure proposte dalla Commissione, che devono essere approvate a maggioranza qualificata. In seguito all’accordo tra i deputati, in caso di violazione dello Stato di diritto, i tempi per l’adozione delle misure nei confronti di uno Stato membro sono stati ridotti a un massimo di 7-9 mesi.
Inoltre, è stato stabilito che i beneficiari finali dei sostegni dell’UE non debbano essere colpiti in modo diretto. Non è corretto che siano loro a pagare a causa delle cattive azioni del loro governo. Infatti, gli studenti, gli agricoltori o le ONG potranno presentare un reclamo alla Commissione e saranno assistiti al fine di continuare a ricevere gli importi dovuti. La Commissione potrà anche effettuare una correzione finanziaria, riducendo l’importo della rata successiva prevista dei fondi dell’UE al paese in questione.