Il lavoro al centro dell’azione del Governo Renzi. E’ questo l’obiettivo principale dell’ex sindaco di Firenze che annuncia, a sorpresa, un taglio di dieci miliardi dell’ Irpef, l’Imposta sul Reddito della PErsona Fisica.
Il via all’operazione sarà dato mercoledì, nel prossimo Consiglio dei Ministri. L’iniziativa Renzi-Padoan avrà un concreto significato nell’economia reale dei cittadini, specialmente per i meno abbienti: infatti, coloro che percepiscono un reddito inferiore ai 25.000 euro lordi all’anno, vedranno aumentare la busta paga di 80 euro circa, i quali, sommati ai 15 euro dell’iniziativa targata Letta-Saccomanni (anno 2013), nella totalità si tradurranno in 100 euro in più nello stipendio. Il taglio del cuneo fiscale, quindi, per la ripresa dei consumi. E, di conseguenza, l’idea circolata nei giorni scorsi lungo i corridoi di palazzo, ovvero quella di destinare la somma sull’Irap (Imposta Regionale sulle Attività Produttive) delle imprese, è accantonata, riconoscendo la posizione dei sindacati.
La scelta di indirizzare i soldi in un’unica iniziativa deriva dalle pressioni del Ministro dell’Economia Padoan e risulta più congeniale per l’odierna drammatica situazione: Pil crollato negli ultimi anni, recessione, deflazione, solo per porre in evidenza alcuni problemi. Per la Cgia di Mestre, questo piano di taglio delle tasse sul lavoro “è giusto per dare fiato alla domanda”. Poi Bortolussi, direttore dell’Associazione Artigiani Piccole Imprese, ha affermato come i 100 euro in più nelle buste paga si sarebbero potuti trasformare in 200 qualora fossero stati privilegiati solo i redditi inferiori ai 15.000.
I soldi necessari all’operazione (che probabilmente, essendo già a marzo, scenderanno da 10 ad 8 miliardi) saranno reperiti dai risultati della spending review (tagli alla spesa pubblica) per 5-6 miliardi e dai capitali rientranti dalla Svizzera. Padoan tiene sotto osservazione anche i risparmi sui tassi d’interesse e il taglio delle agevolazioni consentite dalla delega fiscale.
Ma il taglio dell’Irpef non è l’unica attività in programma per il governo presieduto dal leader del Partito Democratico: il taglio dell’Irap (come circolava l’idea nei giorni scorso) sembra una possibilità. Poi si tratta circa il pagamento dei debiti della Pubblica Amministrazione e lì già si è pensato ad una parziale copertura grazie alla Cassa depositi e prestiti. Infine il grande progetto renziano: il Jobs Act, il sussidio universale. Per quello, come aveva sottolineato ieri Poletti, non si ricorrerà ad un decreto legge, ma vi sarà una lunghissima discussione parlamentare.
Daniele Errera