“Se così è, se Berlusconi si dimostra disponibile a un miglioramento della legge elettorale” sulla parità di genere “noi non possiamo che essere contenti. Come su altri profili che riguardano questa legge, se c’è la possibilità di migliorarla con la partecipazione di tutti gli attori, ci proveremo fino in fondo. Vale per la parità di genere il discorso fatto per tutti gli altri punti della legge elettorale: o c’è l’accordo di tutti per le modifiche o vale la parte iniziale per cui il 50 per cento dei candidati in ogni regione devono essere donne. E in lista non possono esserci più di due nomi consecutivi dello stesso sesso”. È quanto afferma al Messaggero, il ministro per le riforme, Maria Elena Boschi. Boschi rivendica che sulla legge elettorale “i tempi sono stati veloci, in due mesi abbiamo fatto ciò che non si era fatto in otto anni”. Sulla possibilità che la minoranza del Pd e il Nuovo Centrodestra in Senato cerchino di riscrivere la legge, Boschi replica: “A Palazzo Madama, non dovranno esserci strappi. O forzature. Lì varrà lo stesso principio a cui ci siamo attenuti finora alla Camera. Se ci sono dei margini di modifica, la condizione è che siano condivisi tra tutte le forze politiche che hanno dato vita a questa legge elettorale. Si è cominciato insieme questo iter e insieme lo si porterà a termine. Anche perchè l’accordo, tra il Pd e Forza Italia insieme alle altre forze politiche, non riguarda soltanto la legge elettorale ma anche la riforma del Titolo V della Costituzione e la riforma del Senato”, su cui, aggiunge, “vogliamo accelerare, ce la possiamo fare entro il 2015”. “Non si tratta di abolire il Senato – osserva infine il ministro – ma soltanto l’idea di Senato che abbiamo avuto finora. Palazzo Madama sarà una Camera delle autonomie, non sarà elettiva e non avrà costi per le indennità di chi la compone”.