Braccio di ferro tra Ucraina e Russia: il referendum sulla Crimea si avvicina e il passaggio della regione ucraina, alla Federazione Russa, sembra ormai inevitabile.
Il premier provvisorio Yatseniuk, al momento, continua con le sue ferme dichiarazioni del tipo “non cederemo neanche un centimetro alla Russia” ma, in realtà, è Putin che, metro per metro, sta non solo minando l’autorità di Kiev ma letteralmente riconquistando le regioni più storicamente vicine a Mosca ma ucraine da mezzo secolo.
Le operazioni militari russe continuano e non c’è obiettivo strategico che le forze speciali dell’ex KGB non riescano velocemente a conquistare: oggi è toccato a una base aereonautica a 45 chilometri da Sinferopoli e a una base militare nei pressi del villaggio tataro di Bahk Cisarai.
Se il referendum, come appare probabile, riscuoterà il successo previsto e determinerà l’inizio del trasferimento dei poteri a Mosca, nonostante il boicottaggio dell’etnia catara e il voto contrario della minoranza filo-Kiev, non ci sarà attacco ucraino che potrà penetrare una Crimea, di fatto, già blindata dalle forze russe.
Nel frattempo Dmitri Belik, il sindaco di Sebastopoli, ha varato un provvedimento con il quale il russo, da oggi, è lingua ufficiale della città e verrà usato anche per i documenti di circolazione prima in ucraino.
Dalla capitale crimeana, inoltre, hanno fatto sapere che verranno aperte le porte alla delegazione OSCE, che sorveglierà la trasparenza durante lo svolgimento del referendum, ma “senza NATO”.
Il vice-premier della regione Rustam Temirgalyev ha precisato che “sono benvenuti i veri osservatori che vengono da noi non per provocare ma per osservare la correttezza del referendum”: la precedente missione OSCE, respinta al confine, era composta prevalentemente da rappresentanti della NATO, quindi era inammissibile il loro ingresso ha concluso Temirgalyev.
Intanto, c’è attesa anche per la conferenza stampa di Yanukovich, prevista per domani, l’ex Capo dello Stato ucraino, considerato ancora l’unico “legittimo” da Mosca, nella sua ultima conferenza stampa aveva dichiarato la necessità di mantenere l’integrità territoriale dell’Ucraina.
Guglielmo Sano