Sondaggio Demos per La Repubblica: italiani sempre più euroscettici, ma contrari all’uscita dall’Euro
Nell’insieme dei cittadini dell’Unione Europea, gli italiani erano sempre stati fra i popoli più connotati per “europeismo”: negli ultimi anni però non appare più essere così. Questo ci dicono ad esempio i dati del sondaggio Demos & Pi realizzato per il quotidiano La Repubblica per quel che riguarda la fiducia nell’Unione Europea, calata a picco in particolare dopo il 2010: dal 57% del 2000 infatti il dato sulla fiducia è andato gradualmente calando fino al 49% del 2010 per poi crollare l’anno successivo al 37%, anno durante il quale l’Italia ha subito un sostanziale “commissariamento” europeo che ha portato anche alla caduta del Governo Berlusconi sostituito dall’esecutivo presieduto da Mario Monti. Anche dopo il 2011 il dato sulla fiducia è continuato a scendere fino all’attuale 29%.
La sfiducia verso l’UE non sembra però creare dubbi sull’adesione dell’Italia alla moneta unica: per il sondaggio Demos & Pi il 49% degli italiani si dice infatti per nulla d’accordo con l’idea di uscire dall’Euro per tornare alla Lira, cui si aggiunge un altro 19% che dichiara di essere poco d’accordo, dimostrando come una grande maggioranza guardi all’uscita dall’Euro come a un pericolo. I favorevoli risultano comunque essere circa un terzo degli intervistati.
Distinguendo gli elettori italiani in tre categorie, ovvero “europeisti”, “euroscettici” e “anti-europei”, risulta come gli eurocritici o euroscettici siano la tipologia maggioritaria (44%), a fronte di europeisti e anti-europei percentualmente pressoché equivalenti. Dividendo il dato per orientamento politico, appare come i più europeisti siano gli elettori di SEL (42%) seguiti da Nuovo Centrodestra (39%) e PD (37%); i più anti-europei risultano essere invece ampiamente i leghisti (53%), con a distanza gli elettori del Movimento 5 Stelle e di Forza Italia (37% di anti-europei). L’area composta da indecisi e astenuti appare largamente euroscettica, con gli anti-europei che prevalgono sugli europeisti, mostrando come in vista delle prossime Elezioni Europee una campagna critica verso l’Unione possa risultare probabilmente di maggiore successo rispetto ad un approccio europeista.