L’emorragia di senatori a 5 Stelle non vuole arrestarsi. Stamattina, il meetup di Napoli ha ufficialmente espulso il senatore Bartolomeo Pepe, dopo un lungo dibattito organizzato nel week-end dai grillini partenopei. Mancano ancora, però, la sfiducia del gruppo pentastellato a Palazzo Madama e l’ok degli iscritti al MoVimento. Con la cacciata di Pepe, i senatori 5 Stelle presenti nei banchi della Camera alta sono 41, nove in meno rispetto a un anno fa, inizio dell’avventura grillina in Parlamento.
Giovedì scorso, i cittadini Alessandra Bencini, Laura Bignami, Monica Casaletto, Maurizio Romani e Maria Mussini hanno annunciato la loro uscita dal gruppo in polemica con l’espulsione dei quattro colleghi Francesco Campanella, Luis Alberto Orellana, Fabrizio Bocchino e Lorenzo Battista. Quest’ultimo sta già lavorando alla creazione di un nuovo gruppo a Palazzo Madama, in collaborazione con gli esclusi della prima ora Adele Gambaro, Paola De Pin, Fabiola Anitori e Marino Mastrangeli, oggi iscritti al Misto.
L’idea di Battista è quella di creare una nuova costellazione di ex grillini, “il vero Movimento 5 Stelle”, ma rimangono da convincere Orellana, Bencini e Romani, pronti a dimettersi dal Senato. Mentre alla Camera dei deputati il M5S certamente non è esente da defezioni significative, come quelle di Adriano Zaccagnini, Vincenza Labriola, Alessandro Furnari, Alessio Tacconi e Ivan Catalano, tra giugno 2013 e febbraio 2014.
Ma non bisogna trascurare la polemica – via Twitter – tra Beppe Grillo e il sindaco di Parma Federico Pizzarotti sull’organizzazione di una riunione di sindaci e candidati alla carica di primo cittadino del M5S, “non autorizzata” dal leader 5 Stelle. La questione si è poi risolta con la conferma dell’importante appuntamento da parte di Pizzarotti, che però non sembra essere riuscito a sopire il disappunto del comico genovese.
Andando a ritroso si ricordano le prime ed eccellenti espulsioni di Valentino Tavolazzi (fondatore del nuovo soggetto politico Democrazia in Movimento), Giovanni Favia (consigliere regionale in Emilia-Romagna) e Federica Salsi (consigliera comunale a Bologna), detentori di un triste primato da record.
Ormai le espulsioni diventate seriali all’interno del movimento intaccano la serietà dei vertici, che per (non)statuto non dovrebbero neanche esistere. Nei prossimi giorni, gli osservatori politici si aspettano altre defezioni, perché il movimento è nel caos e la compatezza dei gruppi parlamentari sembra destinata a durare poco davanti alle modifiche costituzionali proposte da Renzi, troppo ghiotte anche per un partito che vive di sola antipolitica.