“Il PD ha sacrificato la fedeltà alla Costituzione e ai propri valori sull’altare dell’accordo con Berlusconi”. E’ questa la reazione di Rosy Bindi, ex presidente del PD, alla bocciatura delle quote rosa andata in scena ieri sera alla Camera dei Deputati, con votazione decisiva a scrutinio segreto.
In un’intervista al quotidiano “Repubblica”, la Bindi critica in particolare la scelta del PD di lasciare libertà di voto sul tema, aprendo la strada alla bocciatura finale dell’aula. Il rammarico, poi, considerando i numeri parlamentari del PD, sufficienti per far passare il provvedimento senza problemi. Per la Bindi questa è una ferita che “ricorda i 101 di Prodi” e che come tale “non si rimarginerà facilmente, soprattutto per le donne italiane e quelle del PD”.
La delusione dell’attuale Presidente della Commissione Antimafia è così forte da far preannunciare la sua non partecipazione al voto, come già aveva lasciato intendere nei giorni scorsi. Secondo la Bindi “una legge che ha rifiutato una norma anti discriminazione non può essere una buona legge”.
Il dito è puntato con decisione contro Renzi, colpevole secondo la Bindi di aver accusato chi voleva tale norma di voler chiedere solamente poltrone. “Una battaglia per la parità di genere è una battaglia di civiltà e democrazia, non di poltrone”, sottolinea l’ex presidente PD.
Redazione