Sul sito dell’AGCom è da poco apparso il documento relativo al pluralismo politico e istituzionale dei telegiornali nel primo mese di questo 2012.
[ad]A Governo Monti ormai stabilmente consolidato, i dati appaiono particolarmente importanti per analizzare i nuovi equilibri generati dal prepotente mutamento delle coalizioni di maggioranza e opposizione. A sostenere l’esecutivo è infatti attualmente una sorta di Grande Centro composto da PdL, PD e Terzo Polo, con opposizioni tanto a destra (Lega Nord) quanto a sinistra (IdV e, fuori dal Parlamento, SEL e partiti comunisti), in una struttura più simile a quella della Prima Repubblica che al bipolarismo della Seconda.
Le tabelle ed i grafici, rispetto al 2011, sono stati aggiornati per tenere conto di tale mutamento, e specchiare il modo in cui i telegiornali vi si sono adattati.
Dati AGCom gennaio 2012 |
La tabella dei dati grezzi mostra già di per sé alcuni interessanti risultati, in parte inattesi. Se infatti era scontato attendersi un maggiore spazio ai – pochi – partiti oggi all’opposizione, sono le dimensioni e la direzione di tale spazio a dover far suonare un campanello d’allarme.
La Lega Nord, principale forza di opposizione parlamentare, supera infatti il Partito Democratico e si configura come seconda forza televisiva dopo il Popolo della Libertà, a sua volta prima forza parlamentare di maggioranza.
Una netta polarizzazione a destra dello scontro politico che di fatto taglia fuori dal dibattito pubblico l’analogo fenomeno che sta avvenendo a sinistra tra PD e Italia dei Valori.
Dati AGCom gennaio 2012 aggregati per area politico-culturale |
Dall’istogramma della suddivisione del tempo telegiornalistico in funzione dell’area politica e culturale di riferimento dei partiti, emerge in maniera chiara come pressoché ovunque il dibattito sia tra una destra di opposizione ed un centrodestra di governo, con le due forze stabilmente sopra il 50% del tempo complessivo con la sola eccezione di Rainews. Su TGLa7 questa cifra arriva ad un esorbitante 70%.
Nel silenzio del governo tecnico, l’informazione è stata trascinata a destra in una maniera mai raggiunta prima nemmeno nei periodi più estremi del berlusconismo. PdL e Lega, Lega e PdL, le due formazioni invadono i telegiornali.
Di primo acchito la situazione suscita qualche interrogativo: in effetti la grande alleanza tra i due partiti ad oggi scricchiola pesantemente, e mostrarli così divisi – come tali sono – in televisione di certo non aiuta a ricompattare l’immagine della maggioranza che sostenne Berlusconi fino a novembre 2011. Eppure, secondo l’andreottiano bene o male, purché se ne parli, l’immagine che riesce a passare è quella di una formazione di destra di governo ed una di destra di opposizione: il dibattito politico è limitato ad una sola area, presentando ai cittadini-elettori una scelta puramente dicotomica: potenzialmente, se questa tendenza di manterrà anche nel lungo termine, una mossa vincente per controllare il flusso di elettori in potenziale uscita dal centrodestra e contenerlo nel perimetro della vecchia coalizione del 2008… coalizione che eventuali accordi tra Bossi e Berlusconi potrebbero anche resuscitare all’occorrenza.
Dati AGCom gennaio 2012 aggregati per Istituzioni – Maggioranza – Opposizione |
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L’osservazione dell’istogramma che mostra i dati raggruppati per maggioranza, opposizione e istituzioni offre forse altrettanti spunti di riflessione.
[ad]Certamente atteso è il rapporto tra maggioranza e opposizione: per quanto possa essere vasto lo spazio politico lasciato alla Lega Nord, la sproporzione tra le forze in campo è tale da non permettere, almeno per il momento, un reale pareggio mediatico tra le due voci.
Ciò che invece colpisce e inquieta è l’elevatissima percentuale attribuita alle istituzioni, ed in particolare alla figura del Presidente del Consiglio: un valore al di sopra della maggioranza assoluta in pressoché tutte le reti – con l’ovvia eccezione del berlusconianissimo TG4 – con picchi anche superiori al 60% sul TG2 e su Rainews. Valori degni del periodo berlusconiano.
Il cambio di governo e il mutato equilibrio parlamentare hanno portato ad una nuova gestione del tempo politico in TV, ma coloro che si aspettavano una miracolosa rinascita della qualità dell’informazione in Italia con la caduta di Berlusconi devono prendere atto che al contrario persiste un nettissimo squilibrio politico – a favore del centrodestra – e istituzionale.
Sotto il cappello dell’emergenza spread si è permesso un vero e proprio monopolio da parte di Monti e del suo Governo sui mezzi di informazione, come se la crisi dei partiti e della politica si fosse trasferita anche in televisione. All’interno dei partiti, poi, l’avere PdL e Lega Nord ai lati opposti della barricata sta trasformando lo scontro politico in un dibattito tra queste due formazioni, relegando ai margini dell’attenzione dei telespettatori le posizioni e la stessa esistenza delle aree di centro e di sinistra.
I governi passano, ma i mali dell’informazione restano tutti.