Legge elettorale. La soluzione può attendere
[ad]Alla luce dei risultati di primavera dunque si elaborerà la strategia di contrattazione per una nuova legge elettorale. Per adesso lo schema è abbastanza ibrido e le proposte che vengono fatte sono simili a quel sistema definito “ispano-tedesco”. Un modello molto teutonico per quanto riguarda una quota di seggi ripartiti col proporzionale e un’altra con l’uninominale (anche se il tanto sbandierato sbarramento al 4% ci ricorda più il modello austriaco, considerando anche la dimensione non ancora federale del nostro paese). In questo modo si accontentano le tendenze proporzionaliste (Terzo Polo in testa) facendo finta però di preservare un impianto del sistema tendenzialmente bipolare. E si tenta una sponda con la Lega Nord proprio grazie all’elemento “ispanico” della legge elettorale, che favorisce le forze politiche dal limitato ma consistente radicamento in specifiche realtà territoriali.
La verità però sembra essere quella dell’attendismo più sfrenato. Sarebbe stato senz’altro illusorio credere che dal vertice nello studio di Bersani fosse uscita la proposta di legge elettorale del Pd, giustamente definita “all’ungherese”. Così come uno schema proporzionale puro.
La convinzione che si fa sempre più forte è che in realtà si siano impresse delle linee guida volontariamente vaghe, se non irrisorie, per mantenere momentaneamente lo status quo e aspettare, attraverso il voto amministrativo, il vero stato delle cose nel paese reale.
Ma basterà qualche comune al voto per dare un’idea compiuta di uno scenario nazionale così complesso?