Il dio dei leghisti? Non esiste

DA FAMIGLIA CRISTIANA:

IL 40 PER CENTO DEGLI ELETTORI DEL CARROCCIO VA A MESSA. MA SI POSSONO CONCILIARE FEDE E CARROCCIO? PARLA AUGUSTO CAVADI, AUTORE DI UN SAGGIO SUI CATTOLICI E LA LEGA

16/02/2012
la copertina del libro "Il dio dei leghisti", di Augusto Cavadi (la foto di copertina è di Alessandro Tosatto).
“Il dio dei leghisti”, di Augusto Cavadi (la foto di copertina è di Alessandro Tosatto).
Si può essere cattolici e votare Lega? È stata la tradizione cattolica ad aver prodotto l’ideologia leghista ? Come è possibile battersi per il crocifisso nelle aule e, contemporaneamente, approvare gli sgomberi dei nomadi, che tra i tanti effetti nefasti provocano l’abbandono della scuola dei bimbi Rom, dichiarare di voler mitragliare i barconi che sbarcano a Lampedusa come ha fatto un europarlamentare, imporre il digiuno ai figli di chi non paga la retta della mensa dell’asilo, o negare il diritto di curarsi al pronto soccorso ai clandestini, fare dichiarazioni aggressive (e spesso passando alle vie di fatto) contro romeni, musulmani, extracomunitari? Il libro delle risposte che tutti i leghisti (e tutti i parroci) dovrebbero leggere si intitola Il Dio dei leghisti (Edizioni San Paolo). Lo ha scritto un professore di Palermo, Augusto Cavadi, giornalista e teologo, autore di libri di successo dedicati al rapporto tra cattolicesimo e mafia.
– Cosa spinge uno studioso di mafia a scrivere un saggio del genere? «Un po’ le sollecitazioni di tanti amici e lettori del Nord. Ma, ancora una volta, quello è un   che mi ha colpito è il fatto che alcune parti significative della Chiesa cattolica abbiano instaurato con una parte politica lontana dal Vangelo dei rapporti di interlocuzione che invece non hanno mostrato di avere con altri partiti, nemmeno con Prodi e De Gasperi. C’è sempre questa sorpresa che mi coglie e mi pone interrogativi. Perché non opporsi con determinazione contro organizzazioni che non sono intrinsecamente evangeliche?».
 – E che risposta si è dato? «La mia tesi è che il cattolicesimo si presta a essere strumentalizzato come ideologia conservatrice. Non è un caso che anche i mafiosi hanno sempre visto nella Chiesa un baluardo del tradizionalismo e della mentalità conservatrice».
– La sua tesi richiama alla mente Mussolini, che si definiva “cattolico e anticristiano”. «Non è un caso che i leghisti dividano la Chiesa in buona e cattiva. Dove i “cattivi” sono quelli che parlano di fratellanza, solidarietà, attenzione ai deboli della terra, come per esempio il cardinale Martini o il cardinale Tettamanzi. Mentre i “buoni” sono quelli che parlano di radici cristiane dell’Europa e che insistono sul cattolicesimo come fattore di identità civile e nazionale».
– Qual è l’atteggiamento della Chiesa locale nei confronti dei leghisti?
«Dagli studi sociologici si ricava che ci sono pochi sacerdoti schierati contro o a favore. Una larga maggioranza ritiene che non sia essenziale prendere posizione. È vero, i preti non devono schierarsi sul piano elettorale: ma una cosa è non pronunziarsi sulle indicazioni tattiche e un’altra è non schierarsi sulla formazione etico-politica delle coscienze».
– Lei insegna e vive a Palermo. Che ne sa di Lega, di Bossi, di questioni settentrionali? «Salgo con periodicità al Nord per scambi culturali e conferenze. Vado anche ai raduni leghisti. Osservo molto. E, naturalmente, leggo e mi informo. Mi sono basato su documenti ufficiali scritti da Bossi e altri leghisti. La mia non è solo un’indagine sui leghisti. Più che cosa pensa la Lega, a me interessa capire l’atteggiamento della Chiesa cattolica nei confronti del Carroccio. Se Bossi e i suoi avessero vissuto ai tempi di Cristo, avrebbero avuto a che fare con una comunità che nasce all’insegna di una fraternità universale, che non distingue i locali dagli stranieri, i romani dagli ebrei. L’avrebbero considerata un gruppo di folli e utopisti. Il fatto che oggi gli eredi di quella comunità siano considerati dai leghisti un baluardo rassicurante contro gli immigrati, dovrebbe preoccupare molto la Chiesa».
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