Legge elettorale, Italicum e Renzi alla prova del Senato
Legge elettorale, dopo l’approvazione alla Camera l’Italicum dovrà passare al vaglio del Senato. Matteoli non nasconde la sua preoccupazione: “Il primo sì della Camera alla legge elettorale è un passo avanti ma le profonde divisioni ‘culturali e politiche’, come le ha definite Renzi, all’interno del Pd non possono non preoccupare per il prosieguo della riforma al Senato e più in generale per il nuovo assetto istituzionale che si vorrebbe dare al Paese”. Sempre da Forza Italia interviene Gasparri con una vera e propria ammonizione: “Premesso che non esiste una legge elettorale perfetta, il testo dell’Italicum è il frutto di un lungo confronto e allo stato attuale è la legge più adatta a garantire stabilità al paese. Ritocchi, modifiche, imbellettamenti non sono possibili. Non per discriminazione, ma perchè c’è un faro, quello della Corte Costituzionale, puntato sopra la legge elettorale che non si può spegnere o accendere a piacimento”.
La deputata del Pd Alessandra Moretti, sempre in tema di legge elettorale, è di un altro avviso: “Con la nuova legge elettorale il Paese avvia finalmente la stagione delle riforme, e questo è un bene primario, ma non possiamo ritenerci soddisfatti per la grave lacuna sulla parità di genere: non ci sarà accordo che potrà fermare modifiche in tal senso. L’impegno trasversale delle donne e degli uomini che vogliono norme di garanzia per una migliore qualità della democrazia prosegue al Senato – continua la parlamentare dem – sono sicura che come il presidente del Consiglio ha promesso, ci saranno le condizioni per ridiscutere l’accordo su questo punto: non è ammissibile che ancora una volta la politica resti indietro rispetto ai cambiamenti sociali: occorre avviare un processo di riforma della parità di genere analogo a quello che si sta facendo in Francia». «È arrivato il momento delle pari responsabilità – conclude Moretti – abbiamo mantenuto l’impegno votando una legge lacunosa per non bloccare il percorso delle riforme, ci aspettiamo che ciò che viene annunciato venga rispettato e che il premier cerchi e trovi le condizioni perchè al Senato la legge sia modificata”.
Tira in ballo i principi ed i valori un’altra deputata del Pd a proposito dell’Italicum. La vice presidente del Pd Sandra Zampa: “voto con profonda amarezza questa legge elettorale e lo faccio essenzialmente per disciplina di partito, prevista in democrazia. Anche alla disciplina di partito c’è però un limite oltre cui non sono disposta ad andare. Quel limite è per quanto mi riguarda molto vicino in considerazione del fatto che, al riparo dal voto segreto, una parte del gruppo parlamentare di cui faccio parte si è slealmente mobilitato contro principi e valori fissati dallo statuto del Pd. Zampa aggiunge: “Era difficile immaginare che l’Italicum, molto problematico in partenza, potesse uscire dalla Camera peggiorato rispetto alla versione che ci venne illustrata in Direzione dal segretario Renzi. Eppure questo è stato possibile. L’elenco dei suoi più gravi aspetti, frutto dell’accordo con Berlusconi, comprende anche l’esclusione delle norme antidiscriminatorie oltrechè di quelle sulla parità di genere (previste dallo statuto del partito oltrechè dalla Costituzione art. 3 e art. 51), l’impossibilità per gli elettori di scegliere il proprio eletto con l’esclusione delle primarie regolate e obbligatorie per legge, la possibilità di candidature plurime (fino ad otto collegi) non solo per il capolista ma per tutti i candidati, l’ammissibilità delle cosiddette ‘liste civetta’.
Redazione