Crisi Ucraina, pronte le sanzioni. A Kiev nasce la Guardia Nazionale
Il Parlamento Europeo è intervenuto ufficialmente sulla crisi Ucraina, condannando l’”invasione” e giudicando le giustificazioni russe “del tutto infondate”.
Se la Russia non ritirerà immediatamente il proprio contingente dalla Crimea, ancora per poco territorio d’Ucraina a quanto pare, verrà dato il via a una serie di misure sanzionatorie nei confronti di Mosca: congelamento dei beni, divieti di viaggio, embargo di armi e mezzi, stretta applicazione delle norme anti-riciclaggio per le aziende energetiche russe. Da Bruxelles fanno sapere di voler dialogare con Mosca ma la questione “non può risolversi militarmente” e l’integralità territoriale ucraina “non è negoziabile”.
L’OCSE ha annunciato di aver momentaneamente congelato il processo di adesione che vedeva coinvolta Mosca e di voler, invece, rafforzare i rapporti con Kiev: la Russia coopera con l’organizzazione per lo sviluppo economico sin dal 1992 e chiede di entrarne a farne parte dal 1996, i 34 paesi membri hanno dato il via libera ai negoziati per l’adesione nel 2007.
Intanto il Presidente della Commissione per gli Stati indipendenti della Duma (si occupa delle ex-regioni sovietiche tranne le repubbliche baltiche) Leonid Slutsky ha ammesso – per la prima volta – la presenza di militari russi in Crimea durante un’intervista radiofonica: “sono presenti solo alcune unità militari per difendere la Crimea durante lo svolgimento del referendum ed evitare l’arrivo di banditi da Kiev solo per spargere sangue”.
Putin intanto muove almeno 4000 paracaditisti, oltre a reparti motorizzati e aerei verso i poligoni alla frontiera con l’Ucraina, Rostov, Belgorov, Tambov e Kursk: dal Ministero dell’Interno tranquillizzano “l’obiettivo principale è di verificare il coordinamento con ulteriore adempimento di compiti in una zona sconosciuta e in poligoni prima mai usati” ma è chiaro che ammassare truppe al confine, in vista del referendum di Domenica a Sinferopoli, sia un chiaro segnale nei confronti di Kiev e della Comunità internazionale che il governo, frutto di Euromaidan, ha alle spalle.
Il Parlamento ucraino nel frattempo, proprio per difendersi da un possibile intervento russo nell’Ucraina sud-orientale, ha istituito il corpo “ideologico” della Guardia Nazionale che può contare, sono le stime di Kiev, su 60mila effettivi che perlopiù sono volontari con alle spalle i disordini che hanno messo a ferro e fuoco la capitale nei giorni della caduta di Yanukovich.
Guglielmo Sano