Joseph Blatter, presidente della FIFA dal 1998, si è sbilanciato in un pronostico azzardato, ma non troppo: “Il mondiale 2014 verrà vinto da una sud americana!”
Queste sono state le parole di Blatter: “Sarà molto difficile che una squadra europea possa vincere il Mondiale perché, giocando nella loro regione, tutte le sudamericane vorranno vincere, non solo Brasile e Argentina. Anche il Cile, l’Uruguay o la Colombia, che è una squadra molto forte, hanno grandi chance. Penso comunque che l’Europa schieri un trio di squadre di alto livello formato da Spagna, Germania e Italia tutte capaci di raggiungere la finale”
Intervistato dall’agenzia tedesca DPA, il n.1 del calcio mondiale, ha parlato del mondiale brasiliano che si terrà quest’estate. La manifestazione sportiva più importante del mondo serba sempre molte sorprese ed è per questo motivo che le parole di Blatter sembrano essere un azzardo insolito. Probabilmente, prima di parlare, il presidente FIFA ha controllato e ricontrollato le statistiche e la storia del mondiale di calcio poiché, effettivamente, queste sembrano dargli ragione.
La Coppa del Mondo, in Brasile, taglierà il traguardo della ventesima edizione e, delle diciannove fino ad ora disputate, dieci sono state disputate sul suolo europeo ( la prima fu in Italia nel 1934 ), sei nell’America centrale e meridionale, una nell’America settentrionale, una in Asia ed un’altra, l’ultima, nel continente africano. Eccezion fatta per la spedizione sudafricana del 2010, ogni edizione disputata al di fuori del suolo europeo è stata vinta da una rappresentativa dell’America latina. Nel 1930, in Uruguay, furono i padroni di cava ad alzare il cielo il trofeo che, allora, era la Coppa Rimet. Si tornò in Sud America vent’anni dopo, dopo la seconda guerra mondiale, proprio in Brasile ed anche quell’edizione fu finta dalla “Celeste”. Nel 1962 venne la volta del Cile che vide trionfare i brasiliani verdeoro che vinsero anche la successiva edizione sudamericana, quella del Messico ’70. Il dominio brasiliano venne scalfito dalla nazionale argentina che si aggiudicò l’edizione casalinga del ’78 e quella di Messico ’86. Senza tenere conto dell’edizione statunitense del ’94, comunque vinta dal Brasile, non si sono più disputati i mondiali in ’America latina.
Molto interessante è constatare che, a parte il Brasile in Svezia nel 1958, nessuna nazionale sudamericana ha mai vinto il Mondiale durante le edizioni disputate in Europa. Tutti questi dati potrebbero essere visti come la conferma che l’ambiente, in particolar modo il clima, condiziona moltissimo le performance dei giocatori. Ne avremo un’ulteriore riprova alla Coppa del Mondo del 2022 che si terrà sotto il cocente sole del Qatar: vincerà una squadra sudafricana, leggermente più abituata a climi tropicali e molto avanzata tecnicamente, oppure il trofeo andrà ad una rappresentativa scarsa ma abituata ai climi impossibili come lo stesso Qatar o il Ciad?