Bombardamenti sul Nord Sudan: una guerra dimenticata
Occhi puntati sul Sud Sudan, giustamente. Ma come spesso avviene in questi casi capita che un conflitto ne occulti altri, ugualmente disastrosi e drammatici per le popolazioni civili. Sto parlando di tre grandi regioni per le quali la secessione del Sud dal Nord Sudan non è stata un evento da ricordare e da festeggiare: il Darfur, il Sud Kordofan, cioè la regione dei Monti Nuba e il Blue Nile.
In queste tre regioni la guerra contro il regime di Khartoum non si è mai fermata, continua anche adesso, in parallelo a quella che si combatte in Sud Sudan, ma con meno attenzione internazionale, ormai.
Geograficamente Darfur, Monti Nuba e Blue Nile fanno parte del Nord, ma ai tempi della guerra civile sudanese, cioè tra il Nord e il Sud erano schierati con quest’ultimo, cioè rientravano nella logica del conflitto del Sud contro Khartoum. La secessione del Sud ha lasciato queste tre regioni da sole e, oltretutto senza informazione che, quando c’è, è confusa e distorta.
Di fatto proprio in questi giorni Darfur e Monti Nuba sono sotto bombardamenti. Obiettivo del regime di Khartoum è disfarsi in questi territori della popolazione civile che non si sente appartenente al nord. In sostanza una pulizia etnica.
I bombardamenti puntano a rendere insicuri villaggi e città e costringere la popolazione a fuggire oltre frontiera, in Sud Sudan per mettere in ulteriore difficoltà Juba che, tra l’altro, deve decidere se tornare a fare accordi con il nord per la commercializzazione del suo petrolio.
Quindi, uscite formalmente dalle logiche della guerra tra il Sud e il Nord Sudan, le diverse formazioni guerrigliere (alcune ancora legate direttamente al Sud Sudan) di fatto vi sono ancora inserite con una aggravante: non possono usufruire dell’informazione e dell’attenzione dell’opinione pubblica internazionale come invece (sempre poco, naturalmente) fa il Sud Sudan. Un danno in particolare, come sempre, per le popolazioni civili.
Raffaele Masto