I contratti a tempo determinato potranno essere sempre senza causale fino a 36 mesi. Il ministero del lavoro conferma quanto anticipato dal presidente del Consiglio Matteo Renzi nella presentazione del Jobs Act: “Con l’entrata in vigore del decreto legge il datore di lavoro può sempre instaurare rapporti di lavoro a tempo determinato senza causale, nel limite di durata di trentasei mesi. Viene così superata la precedente disciplina che limitava tale possibilità solo al primo rapporto di lavoro a tempo determinato. Inoltre, la possibilità di prorogare un contratto di lavoro a termine in corso di svolgimento è sempre ammessa, fino ad un massimo di 8 volte nei trentasei mesi”.
Il ministero spiega poi che “rimane, quale unica condizione per le proroghe, il fatto che si riferiscano alla stessa attività lavorativa per la quale il contratto è stato inizialmente stipulato”. Confermato anche il limite del 20% “. Tuttavia resta la possibilità di modificare il limite con una contrattazione interna che tenga conto delle esigenze
La reazione della Camusso – “Siamo disposti a discutere di un contratto unico, ma prima bisogna abolire il decreto sul lavoro che prevede contratti a termine senza causale per tre anni” dice il leader Cgil, Susanna Camusso, a Matrix, sostenendo che “si è fatto esattamente l’opposto di quello che lo stesso premier dichiarava: si è creata un’altra forma di precarietà”. È “una forma per cui una persona può essere assunta e licenziata per tre anni senza alcuna ragione e senza alcuna causa. Siamo preoccupati e contrari. Siamo all’opposto di quell’idea di riduzione della precarietà e dell’incertezza dei lavoratori che sarebbe necessaria”, afferma Camusso, in un’intervista a Matrix che andrà in onda questa sera su Canale 5 e che viene anticipata dallo stesso programma. “Se – prosegue – questo contratto sostituisse tutte le forme di contratti precari, sancirebbe il fatto che non ci sarebbe nessuna regola e non mi pare una buona soluzione. Siamo disposti a discutere invece di un contratto unico” a tempo indeterminato, “ma prima bisogna abolire il decreto che hanno deciso di fare”.