Per Giuliano Poletti «quelle della Camusso sono preoccupazioni sbagliate».
Così il ministro del Lavoro Giuliano Poletti, intervistato dal Messaggero, replica al segretario generale Cgil, che ieri ha criticato le misure su contratti a termine e apprendistato temendo che possano creare maggiore precarietà. «I vincoli sulle causali e sugli intervalli – spiega l’ex presidente di Legacoop – erano stati pensati per combattere gli abusi, ma nei fatti hanno aumentato la precarietà. In molti casi i lavoratori hanno visto sfumare il rinnovo, le aziende li hanno sostituiti con altri lavoratori per evitare rischi di ricorse e cause».
Con la nuova norma che prevede fino a otto rinnovi in tre anni, continua il ministro Poletti, «dopo che l’azienda ha investito per tempi lunghi su quel lavoratori è più facile che il rapporto si stabilizzi. Stiamo dando delle opportunità in più, sia ai lavoratori che alle aziende». E, riflettendo sui numeri dell’occupazione in Italia sottolinea: «noi vogliamo frenare la caduta, invertire la tendenza. Far rientrare a lavorare un pò di persone che ora sono in cassa integrazione, ridurre la quota di solidarietà».
Quanto ai tempi degli effetti delle misure messe in atto dal governo dice: «le teorie economiche indicano i sei-dieci mesi i primi impatti sull’occupazione». Si sofferma anche sull’ipotesi di un contributo di solidarietà dalle pensioni d’oro: «al momento con il sottoscritto nessuno ha discusso nulla sull’argomento». Poletti riflette infine sulla possibilità di un salario minimo, ipotizzato nella legge delega, ed esclude che questo possa portare ad ribasso delle retribuzioni: «la logica è a garantire, non ad abbassare».
Redazione