Giuliano Poletti, Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali, in un’intervista ad Il Mattino e La Repubblica, spiega le prospettive sulla riforma del lavoro. L’obiettivo è la creazione di occupazione la quale, conseguentemente, creerà crescita.
L’ex presidente di Legacoop difende il decreto. Non va ritirato: “il decreto va avanti così. Poi, certo, non siamo infallibili e il dibattito in Parlamento farà il suo corso. Non ho la presunzione di credere che le nostre scelte siano perfette. Penso che i fondamentali vadano bene, la direzione è quella: nel confronto con il Parlamento vedremo cosa eventualmente ci verrà chiesto di modificare”. E sulle critiche che la Cgil (che sta avendo un conflitto latente col premier Renzi) e Confindustria hanno rifilato al dl, Poletti afferma come “se uno mi dice che devo ritirare il decreto è ovvio che non lo farò mentre una discussione di merito lungo il percorso parlamentare è normale che ci sia”.
Lo scopo è il rilancio dell’occupazione. Dopo i dati sulla disoccupazione giovanile (specialmente quella nel Meridione) il Governo deve avere come meta il lavoro: “queste modifiche permetteranno all’azienda di assumere con maggiore tranquillità e daranno ai lavoratori maggiori possibilità di ottenere tre anni continuativi di lavoro. I paletti previsti dalla riforma Fornero avevano il giusto obiettivo di limitare l’uso dei contratti temporanei ma hanno prodotto l’effetto inverso. – Servono – norme giuste che non producono effetti o ne producono di contrari è peggio”.
Le interviste si concludono sugli ammortizzatori sociali: “il principio che muove l’intera politica di questo governo è che tutti dovranno avere un ruolo”, nessuno escluso. “Nessuno starà a casa aspettando il sussidio. Vogliamo smontare certe enclave in cui si ricevono soldi pubblici e non si restituisce nulla alla collettività”. Per questo “metteremo assieme il welfare e il lavoro, due temi che sono strettamente correlati visto che due terzi dei problemi che insorgono nel primo sono causati dalla mancanza del secondo”.
Daniele Errera