I grandi della terra si preparano a espellere la Russia dal G8, l’ha annunciato l’autorevole periodico tedesco Der Spiegel, citando alte fonti del governo federale.
Domani l’ufficialità dei risultati delle consultazioni referendarie che si stanno tenendo in Crimea – le urne chiuderanno alle 20 ora locale – che dovrebbero confermare la secessione della penisola territorio della Repubblica Ucraina dal 1954 – gli ultimi exit poll danno il “sì” all’adesione alla federazione russa al 93% (praticamente un plebiscito) – potrebbero determinare la più grande spaccatura tra Russia e Occidente dai tempi della caduta del muro di Berlino e della dissoluzione dell’Unione Sovietica.
Il club dei grandi della terra inizialmente era formato dalle 7 potenze economiche mondiali (la classifica era stata stilata in base al prodotto interno lordo oltre che sul peso economico, strategico, geopolitico in generale, di vent’anni fa) in seguito venne allargato alla Russia come gesto distensivo dopo la fine dell’URSS, prendendo la denominazione di G8.
Il prossimo incontro degli 8 grandi della terra, prima dell’esplosione della crisi ucraina, si sarebbe dovuto tenere a Sochi, località del Caucaso russo dove si sono appena concluse le ultime olimpiadi e para-olimpiadi invernali, nel mese di Aprile.
Adesso si progetta di spostare tutto a Londra, su proposta del governo inglese molto incentivato dagli Usa su questo punto.
Ma il gelo tra Russia e Occidente, precisa lo Spiegel, potrebbe andare oltre: il governo di Berlino potrebbe decidere unilateralmente di annullare l’incontro previsto, sempre per Aprile, con la delegazione dell’esecutivo russo, a meno che “Putin non cambi linea sull’Ucraina”, d’altronde, “nello scenario attuale non avrebbero senso scelte diverse”.
Tutti i leader europei, d’accordo con gli Usa, sono compatti nel sostenere l’illegalità del referendum in Crimea, in virtù della volontà di mantenere l’integralità territoriale ucraina – anche Hollande e Renzi nel loro ultimo incontro hanno espresso questa posizione.
Dopo la bocciatura della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che aveva per oggetto la crisi – Mosca ha opposto il veto, incassando anche l’astensione cinese – la mossa dell’esclusione dal G8 di Mosca (anche se solo minacciata) sembra una carta necessaria da giocare contro Putin.
Guglielmo Sano