Sono iniziate le operazioni di censimento della popolazione in Costa D’Avorio, il primo da 16 anni, in un paese in cui l’identità nazionale è stata causa di tensioni politico-militari e anche della guerra civile che ha investito il paese fino al 2010.
Secondo alcune stime il paese conterebbe oggi tra sette e otto milioni di abitanti supplementari rispetto al censimento del 1998, che ne aveva registrato 16,3 milioni. L’operazione, programmata ogni dieci anni, non aveva avuto luogo nel 2008 a causa della guerra che aveva spaccato il paese in due.
Il censimento costa circa 18 milioni di euro, ed è in parte finanziato dalla comunità internazionale.
Quest’anno la particolarità sarà l’utilizzo di smartphone da parte dei 30.000 agenti censori per registrare i dati della popolazione.
L’opposizione ha criticato l’operazione, ritenuta “politica” in vista delle elezioni del 2015.
L’attuale presidente, Alassane Ouattara, era stato costretto a ritirarsi dalla corsa alle presidenziali del 1995 a causa delle sue presunte origini burkinabè.
Il nord del paese ospita numerose comunità originarie del Burkina Faso. Il concetto di “ivorianità” è stato un cavallo di battaglia dell’ex presidente Laurent Gbagbo, il cui partito, il Fronte popolare ivoriano è oggi la prima forza di opposizione ma il suo leader è sotto processo all’Aja per crimini di guerra.
Il censimento è in effetti una azione politica, ma non nel senso accusatorio dell’opposizione. E’ un passo obbligato per rimettere il paese su un binario di legalità e democrazia.
Stabilire con certezza chi sono gli ivoriani che hanno diritto al voto significa disinnescare proteste future in caso di elezioni e di governi legittimamente eletti.
La Costa D’Avorio nel momento dell’indipendenza aveva circa cinque milioni di abitanti. Pochi a fronte di un territorio ricco e di una agricoltura (cacao, caffè, frutta esotica) che aveva bisogno di braccia.
Lo sviluppo e una politica accorta richiamarono nel paese milioni di africani dei paesi vicini. Il motto dell’allora presidente-padre della patria Houphouet Boigny era “La terra a chi la lavora”. Fu questo l’origine del problema “ivorianità” che nolti politici hanno sfruttato in modo pretestuoso.
Oggi il censimento dovrebbe appunto disinnescare un utilizzo pretestuoso, e a volte anche razzista, di questo problema.
Raffaele Masto